Milano, narcotizzata con il compagno e violentata: in manette noto agente immobiliare

Il professionista con ufficio in via Montenapoleone ha drogato la coppia con benzodiazepine e ha abusato della donna. Spunta una teste: "Mia figlia possibile vittima"

La coppia si è rivolta ai carabinieri dopo essersi sentita stordita

La coppia si è rivolta ai carabinieri dopo essersi sentita stordita

Corsico (Milano), 8 novembre 2021 - Una donna violentata, dopo essere stata narcotizzata insieme al compagno: in carcere un agente immobiliare. I carabinieri di Corsico, con una indagine coordinata dal Dipartimento "Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli" della Procura della Repubblica di Milano, hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali aggravate emessa dal Gip nei confronti di un 48enne, Omar Confalonieri, residente nell'hinterland Sud-Ovest milanese, agente immobiliare con sede in via Montenapoleone.

Tutto nasce dalla denuncia presentata il 4 ottobre ai carabinieri da una giovane coppia che aveva riferito ai militari che la mattina del 2 ottobre, dopo aver consumato un drink in un bar vicino a casa loro, nel corso di un appuntamento di lavoro fissato a con l'agente immobiliare, per la vendita di un box, aveva accusato un malore con forte stato di alterazione psico-fisica. Nella circostanza, la coppia aveva con sé la figlia di pochi mesi. La perquisizione domiciliare, eseguita dopo qualche giorno nell'abitazione dell'indagato, aveva permesso di rinvenire tracce del medicinale "Lormetazepam", ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine, col quale la coppia era stata narcotizzata e successivamente la donna abusata dall'agente immobiliare. Secondo alcuni testimoni, nel bar la donna che era andata a pagare alla cassa era in uno stato confusionale tale da non riuscire "a mettere il portafogli all'interno della borsa".

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Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito di accertare, anche mediante attività tecnica, suffragata dall'analisi dei tabulati telefonici, dalle numerose testimonianze raccolte, dalle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza presenti in casa nonché dagli accertamenti informatici eseguiti su vari dispositivi elettronici utilizzati dall'indagato, che quest'ultimo, in occasione dell'incontro di lavoro, era riuscito ad inserire nei bicchieri delle vittime, mediante una siringa, un'elevata dose di benzodiazepine. La coppia, narcotizzata, sarebbe di fatto rimasta sequestrata per 8 ore.

Sono in corso ulteriori accertamenti volti ad identificare le altre donne che, in passato, abbiano potuto subire analoghi abusi sessuali da parte dell'indagato con lo stesso modus operandi, come peraltro le indagini stanno evidenziando: altre due presunte vittime hanno preso contatti con gli inquirenti. Per questo, i carabinieri invitano coloro che abbiano incontrato l'agente immobiliare, accusando successivamente uno stato d'incoscienza, a contattare immediatamente i militari della Compagnia di Corsico, in via Repubblica dell'Ossola 1.

Intanto emergono i particolari di un altro presunto caso di violenza. La figlia di una conoscente di Omar Confalonieri ha confidato a sua madre che un giorno in cui "era rimasta sola" in casa del 48enne, "dopo aver bevuto una tisana offertale", si era "sentita improvvisamente male, le si era annebbiata la vista e non ricordava nulla di quanto accaduto".  L'episodio "fino ad ora mai denunciato", come si legge nel provvedimento, risalirebbe a "circa 4 anni fa". È stata la stessa madre della giovane a riferirlo agli investigatori lo scorso 12 ottobre, dopo aver notato che i carabinieri si erano presentati per una perquisizione a casa di Confalonieri l'8 ottobre. Aveva, quindi, sentito "l'esigenza" di raccontare quel fatto che prima aveva sottovalutato. Confalonieri, stando alle parole della donna, sostenendo di avere "dei problemi con il proprio computer, aveva chiesto aiuto" alla figlia della conoscente poco più che ventenn». E il giorno dopo la figlia confidò alla madre che, "nel tempo in cui era rimasta sola presso l'abitazione del Confalonieri» e dopo aver bevuto una tisana si era sentita male e non ricordava più nulla delle ore passate in quell'abitazione".

Già condannato nel 2009 a Monza per violenza sessuale, con lo stesso schema, su una donna, Confalonieri era stato poi riabilitato dal Tribunale dopo aver scontato la pena e aver seguito un percorso rieducativo. Interrogato stamani dal gip di Milano Stefania Pepe, davanti all'aggiunto Letizia Mannella e al pm Alessia Menegazzo, titolari dell'inchiesta condotta dai carabinieri, Confalonieri ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Inquietante lo spaccato descritto dal gip nell'ordinanza di custodia cautelare: dalle intercettazioni è emersa "la presenza di numerosi contatti intrattenuti" daConfalonieri "con le proprie clienti che, fidandosi dell'apparente rapporto professionale instaurato si accordano con l'uomo affinché egli possa recarsi presso le loro abitazioni per svolgere il proprio incarico". E queste donne, dunque, "potrebbero essere agevolmente indotte in stato di incapacità" dal 48enne, "che agisce sempre con il medesimo modus operandi, diventando così oggetto delle perversioni sessuali di questo, private di qualsiasi capacità di reazione e di difesa". Per il gip oltre al pericolo di reiterazione del reato, emergono "spiccata capacità criminale" ed "elevata pericolosità sociale".

 

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