
Una moschea (foto di repertorio)
Milano, 10 luglio 2022 - Dopo il ricorso al Tribunale amministrativo regionale da parte del Milan Muslim Center, ecco un secondo ricorso al Tar, stavolta presentato da Bcc Beni Immobili srl. Non c’è pace per il bando comunale che ha assegnato gli ex bagni pubblici di via Esterle 15/17 alla Casa della Cultura Musulmana, che attualmente ha sede in via Padova ma vorrebbe trasferirsi in via Esterle, ristrutturare l’immobile comunale per ora occupato abusivamente e realizzare la prima moschea regolare e ufficialmente riconosciuta dal Comune dopo anni di polemiche sugli spazi milanesi per i fedeli di Allah. La Bcc Beni Immobili srl, la cui sede è ai civici 9-11 di via Esterle, proprio di fianco agli ex bagni pubblici, lo scorso 13 maggio ha inviato al Comune una richiesta di sospensione della procedura di assegnazione dell’immobile di via Esterle (in quel momento non ancora assegnato alla Casa della Cultura Musulmana) e ha presentato un ricorso al Tar Lombardia.
Nella determina comunale in cui l’amministrazione annuncia la costituzione in giudizio per opporsi al ricorso appena citato non sono riportati i motivi che hanno spinto la Bcc Beni Immobili srl a provare a stoppare il bando di Palazzo Marino, ma di certo c’entra la vicinanza della sede della società agli ex bagni di via Esterle e dunque la possibilità concreta che lì apra la nuova moschea, come stabilito lo scorso 31 maggio – e poi confermato definitivamente nelle settimane successive – dalla conclusione del bando comunale per gli spazi da assegnare alle comunità religiose.
Il caso via Esterle si complica. Sì, perché, come accennavamo all’inizio, nel giro di pochi giorni è già la seconda volta che vengono tirati in ballo i giudici amministrati per dirimere le controversie che ruotano intorno al bando municipale sugli spazi per le comunità religiose. Il primo ricorso al Tar, reso noto mercoledì, è quello presentato dal Milan Muslim Center, escluso dal bando comunale per via Esterle a causa del mancato sopralluogo nella struttura e per non avere tra i propri scopi statutari il culto. Uno stop per motivi di forma che non ha convinto a rinunciare i responsabili del Milan Muslim Center, convinti che il loro progetto di moschea in via Esterle – la proposta tecnica e quella economica – dovrebbe essere valutato con più attenzione dal Comune. Da qui il ricorso al Tar e il tentativo di essere riammessi al bando di Palazzo Marino. Ai giudici amministrativi l’ardua sentenza.