Con lo scoccare della mezzanotte del 1° gennaio, insieme al nuovo anno è arrivato anche il divieto di fumare all’aperto, comprese le strade e le aree con i tavolini esterni di bar e ristoranti. Milano così diventa l’apripista: la prima grande città d’Italia completamente libera dal fumo. Lo prevede l’articolo 9 del Regolamento per la Qualità dell’Aria approvato dal Comune, che estende i divieti già in vigore dal 2021 in alcuni luoghi come le fermate dei mezzi pubblici, i parchi e le aree verdi, tra cui quelle per i giochi dei bimbi e quelle per i cani, i cimiteri e le strutture sportive, in tutti gli spazi pubblici o ad uso pubblico all’aperto a meno che non si sia in punti isolati, ad almeno 10 metri di distanza dalle altre persone. Sigaretta bandita, quindi. Consentita solo quella elettronica. L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione è contribuire a ridurre il PM10 migliorando la qualità dell’aria e proteggere dal fumo passivo chi non fuma. Una misura che in primis punta a scoraggiare stili di vita dannosi per la salute di tutti. E chi trasgredisce rischia multe da 40 a 240 euro. Come avverranno i controlli? Gli agenti di polizia locale hanno già cominciato a multare?
"Intanto – ha spiegato ieri la vicesindaca Anna Scavuzzo – cambiare le abitudini ha bisogno di un po’ di tempo. Oggi non fumiamo più nelle scuole, nei luoghi pubblici, nei luoghi di lavoro, anche senza che qualcuno ci controlli specificamente". E in passato sembrava fantascienza. Ora "questo divieto è un’indicazione rispetto all’abitudine da assumere. Io credo che sia il modo migliore con il quale intanto tuteliamo la salute. Fumare fa male, quindi non stiamo togliendo la possibilità di fare qualcosa di meraviglioso. Allora abbiamo bisogno che questo sia lo stimolo e la proposta per tutti. Credo che questo sia l’invito a tutti ad avere più rispetto per le persone e per la salute. Poi certo, laddove ci dovesse essere qualcuno che reiteratamente lo facesse..." la sanzione scatterebbe, ha lasciato intendere. Nella mattinata di ieri, primo giorno, sulle eventuali multe ha risposto che "oggi i vigili faranno il loro mestiere in tutta la città e valuteranno le priorità sulle quali concentrarsi. Se sarà necessario fare delle multe le faranno. Se potranno intervenire, e questo è molto importante, nel prevenire dei comportamenti errati credo che anche questo potrà essere parte del loro lavoro. Non è sempre e solo necessario essere multati per comprendere il senso di una norma. Si può anche essere richiamati al rispetto: questo è già un passo avanti, anche culturale".
Il provvedimento divide i cittadini. Diversi, tra quelli interpellati, sono scettici sulla effettiva efficacia, anche considerando che dal 2021, da quando cioè il divieto tocca alcuni luoghi, le multe sono state pochissime, appena una decina, e che le sigarette vengono ancora accese nelle zone già off limits al tabacco. Tra coloro che storcono il naso ci sono i commercianti. Confcommercio nei giorni scorsi ha evidenziato "l’importanza di un approccio educativo, piuttosto che limitarsi a introdurre ulteriori restrizioni che, ai fini pratici, avrebbero ripercussioni economiche negative sui pubblici esercizi e nessun effetto sui fumatori". Al centro del dibattito anche i dehor, che rientrano nel provvedimento. Non ci sono obblighi, per i gestori, di effettuare controlli, "la responsabilità per il rispetto del divieto di fumo permane rispetto a quelle che già oggi sono le normative attuali, non ne abbiamo introdotte di ulteriori – ha specificato la vicesindaca –. Certamente c’è un senso di responsabilità anche nel rendere questo un divieto praticabile. Io credo che la moral suasion anche di chi non ha una responsabilità, un invito a rispettare le norme sia quella buona educazione, quella civiltà, quel senso civico che Milano ha sempre espresso".
Per il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini considera "esagerato" il divieto di fumare in strada. Lo ha affermato ieri in una diretta video sui social. "Io sono un ex fumatore, tollerante. Vietare il fumo anche per strada mi sembra esagerato. Io non fumo, ho smesso 6 anni fa, però vietare il fumo addirittura all’aperto per strada a me sembra onestamente esagerato". Tra le reazioni anche quella di Carlo Monguzzi, consigliere comunale di Europa Verde: "Avanti tutta con la città senza fumo ma parlando con i cittadini. Quando approvammo il regolamento che avrebbe vietato il fumo impegnammo la giunta a una seria campagna di informazione e di persuasione che non è stata fatta e infatti assistiamo a molta contrarietà. Un divieto che non sia preceduto da informazione adeguata diventa un autogol. Iniziamo almeno a farla da ora".