Milano, l’Asst ha pochi soldi e taglia l’assistenza ai minori con disabilità: ridotte le ore di terapie domiciliari

Taglio senza preavviso per il timore di non avere coperture sufficienti per i prossimi mesi. Famiglie in rivolta

Una bambina

Una bambina

Oltre alla sostanza della questione, colpisce la forma. Nelle ultime settimane alcune famiglie si sono viste ridurre le ore di assistenza domiciliare garantite ai propri figli attraverso i voucher della B1, gestiti dalla Regione per il tramite delle Agenzia di Tutela delal Salute (ATS) e delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali (ASST). I tagli hanno colpito – quindi – bambini e ragazzi con disabilità gravissime. Non bastasse, sono stati attuati senza alcuna comunicazione scritta, senza che alle famiglie fosse dato alcun preavviso, dalla sera alla mattina, ad anno in corso, senza badare al rispetto del monte ore di assistenza e attività a domicilio alle quali ogni minore ha diritto in base al progetto individuale redatto dalle autorità sociosanitarie insieme alle famiglie.

La causa della riduzione del servizio è la mancanza di coperture economiche. I fondi attualmente a disposizione non consentono di garantire, da qui alla fine di giugno, le stesse ore assicurate finora. A confermarlo è l’assessorato alla Famiglia, alla Solidarietà sociale e alla Disabilità della Regione Lombardia aggiungendo che martedì (dopodomani) è in programma una riunione finalizzata proprio ad individuare ulteriori fondi con i quali coprire il servizio.

Per ora il problema riguarda Pavia e la sua provincia: qui i tagli sono già scattati. La storia di Laura, madre di una bambina di 6 anni con disabilità gravissima, è emblematica di quanto è accaduto nelle ultime settimane: "Il 18 aprile il referente della cooperativa accreditata per la B1 mi ha inviato un messaggio dicendomi che l’ASST di Pavia aveva ridotto le ore del voucher, che a mia figlia, già dal mese in corso, ne sarebbero state garantite 14 e non più 22". Un taglio di 8 ore, un taglio del 36%, un taglio attuato all’improvviso: "Non abbiamo ricevuto alcun preavviso – assicura questa madre –, come se io potessi affidarmi ad una normale babysitter, come se per mia figlia non avessi bisogno, invece, di persone qualificate e formate per relazionarsi con minori con disabilità. Quando ho chiesto alla ASST che mi inviassero qualcosa di scritto, mi è stato risposto che per iscritto non mi sarebbe arrivato nulla".

A quanti hanno contattato gli uffici della ASST di Pavia competenti per i voucher della B1 è stato detto, come anticipato, che il taglio è stato disposto per sopperire alla mancanza dei fondi necessari per arrivare fino alla fine del semestre. Ma non solo. Alle famiglie è stato spiegato, anche, che la scarsita di risorse è in parte dovuta ai 6,5 milioni di euro dirottati, dal 2022, su un particolare voucher, quello dedicato alle persone con disturbo dello spettro autistico.

In altre province lombarde, al momento, non si riscontrano casi di tagli già decisi e attuati. Af alcune famiglie della provincia di Bergamo, in particolare a quelle che ricadono sotto la competenza della ASST Bergamo Ovest, la possibilità di una revisione del monte ore è stata anticipata, paventata, senza che sia stata varata. A raccogliere le segnalazioni e a farne denuncia è Fortunato Nicoletti, vicepresidente dell’organizzazione di volontariato “Nessuno è Escluso“, che spiega: "Da quanto legiferato dalla Regione Lombardia emerge chiaramente che un progetto individuale può essere modificato solo se cambiano le esigenze della famiglia o se l’ente erogatore smette di essere accreditato al servizio. Non è in nessun caso previsto e ammesso che lo si cambi, diminunendone le ore, perché una ASST decide di dover risparmiare.

Nella delibera regionale che disciplina l’assistenza domiciliare alle persone con disabilità grave e gravissima non è mai previsto che la continuità dei progetti sia legata ai fondi. Stupisce, poi, che sia data questa motivazione perché, come noto, i fondi a disposizione per i voucher sociosanitari non sono mai spesi per intero. Da quando questo sistema è in vigore è sempre successo che fosse speso il 35% dei circa 13 milioni di euro disponibili". Nicoletti si sofferma, poi, sull’altra giustificazione pervenuta dalla ASST pavese: "La sperimentazione del voucher autismo, peraltro fallimentare, non può aver assorbito le capacità di spesa delle ASST, da sempre deficitaria". Il vicepresidente di “Nessuno è Escluso“ ha scritto alla ASST e alla ATS di Pavia, ma anche alla Regione: "Non ho ancora avuto risposte. In questo inizio di legislatura, la Regione e i suoi enti si stanno distinguendo per la mancanza di dialogo e risposte".

A chiedere delucidazioni è stato, infine, Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd: "Ho scritto alla Direzione Generale dell’assessorato regionale a Famiglia, Solidarietà Sociale e Disabilità per capire che cosa stia succedendo con i voucher riservati alla disabilità gravissima. Se i chiarimenti richiesti non dovessero arrivare porterò la questione in Consiglio regionale, con un’interrogazione alla Giunta e agli assessori competenti". Come anticipato, proprio dall’assessorato invitano alla calma: il problema esiste, lo si riconosce, ma, si aggiunge, è già stato convocato per martedì un incontro per trovare le coperture con le quali risolverlo.

"Trattandosi di risorse del fondo sanitario, sono in corso interlocuzioni con la Direzione Generale Welfare per incanalare ulteriori fondi che vadano a soddisfare l’esigenza di ATS Pavia – fa sapere a Il Giorno l’assessore Elena Lucchini, titolare delle deleghe sociosanitarie –. Il nostro assessorato intende garantire continuità di assistenza a tutela delle famiglie e dei più fragili coinvolti. Già nei prossimi giorni, contiamo di assicurare loro una risposta adeguata". La settimana in arrivo potrebbe, quindi, essere decisiva per capire quale epilogo avrà questa vicenda.

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