Da Milano alla Francia, le nuove rotte dei migranti: a bordo di Ncc

Viaggi prenotati via App con partenza in zona Loreto. Preso autista a Courmayeur

Migranti

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Milano, 5 marzo 2019 - I van partono sempre dalla zona di Loreto. Via Spontini, via Eustachi, corso Buenos Aires. Qualcuno prenota la corsa via app ed effettua il pagamento con carta di credito. Poi all’appuntamento si presentano i passeggeri, che evidentemente hanno pagato prima colui che ha materialmente chiamato la macchina: sono migranti, richiedenti asilo, che vogliono attraversare il confine e raggiungere la Francia. Secondo il tam tam sulle chat interne, gli autisti sono legati a cooperative di noleggio con conducente: quando arriva la corsa, gli iscritti decidono se prenderla o meno e raggiungono il punto di incontro. Venerdì sera, attorno alle 23.30, un conducente Ncc è stato arrestato dalla polizia di frontiera di Courmayeur poco prima dell’imbocco del traforo del Monte Bianco: a bordo del Ford Transit c’erano sette persone, sei uomini e una donna, originari di Gambia, Nigeria e Senegal, che agli agenti hanno riferito di aver versato 750 euro per lasciare l’Italia; a prenotare la corsa, pare con l’app Uber, sarebbe stata un’altra persona, probabilmente quella che organizza i viaggi per lucrarci sopra.

C’è un aspetto piuttosto singolare nella vicenda. Sì, perché, come accertato dagli uomini del vicequestore Alessandro Zanzi, a una quarantina di chilometri dal confine, più o meno nei pressi di Aosta, l’autista ha contattato la Questura del capoluogo valdostano per segnalare che a bordo aveva persone non in regola con i documenti. Nonostante questo, il conducente, un 53enne incensurato residente in provincia di Varese, ha poi proseguito il viaggio in autostrada, fin quando non si è trovato davanti i poliziotti, sul piazzale lato italiano del traforo. L’uomo è stato arrestato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, visto che a bordo c’erano richiedenti asilo provvisti sì del permesso di soggiorno provvisorio (in attesa del verdetto della commissione prefettizia) ma non autorizzati a spostarsi in altri Paesi dell’Ue; l’indomani mattina è stato rimesso in libertà, resta indagato a piede libero.

L'inchiesta, coordinata dal pm Luca Ceccanti, è appena iniziata, anche perché ci sono diverse cose da approfondire. A cominciare da quella telefonata effettuata dal 53enne a poche decine di chilometri dalla frontiera, dopo averne percorso circa 140. Ecco le domande alle quali gli investigatori vogliono rispondere: perché il conducente ha atteso di essere in prossimità del confine italo-francese per allertare le forze dell’ordine? Se aveva dei dubbi, perché non ha chiamato la polizia già a Milano? Per quanto riguarda invece Uber, la cui app sarebbe stata utilizzata per mettere in connessione cliente e autista, la società fa sapere: «Uber sta considerando con molta attenzione l’accaduto, e ci siamo immediatamente attivati per raccogliere tutte le informazioni disponibili sui fatti. Inoltre, confermiamo che lavoriamo costantemente per aumentare la sicurezza dei driver e che stiamo valutando tutte le azioni necessarie per evitare che questi episodi accadano nuovamente in futuro».

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