"Messaggio sbagliato Le sale sono sicure"

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La proroga fino al 15 giugno dell’obbligo di indossare la Ffp2 al cinema lascia scontento Lionello Cerri, anima di Anteo Spazio Cinema, con due multisala a Milano oltre che a Monza, Cremona e Treviglio. "Il problema è che passa un messaggio molto negativo: l’idea che le sale cinematografiche siano uno dei luoghi maggiormente a rischio. Invece è vero il contrario. I gestori sono sempre stati ligi nel far rispettare le misure di sicurezza e hanno fatto anche copiosi investimenti per adottare i sistemi di aerazione più avanzati", afferma. In negozi, centri commerciali, supermercati, bar e ristoranti al chiuso la mascherina non sarà più obbligatoria. Così come in uffici pubblici, banche, poste, musei, discoteche, nonché dal barbiere, dal parrucchiere, dall’estetista. Ma non nei cinema (come nei teatri o ai concerti).

"È evidente che ci troviamo di fronte a due pesi e due misure: da una parte il “liberi tutti“ e dall’altra l’accanimento. Credo sarebbe stato meglio mantenere l’obbligo di esibire il Green pass rafforzato e togliere quello delle mascherine in tutti i luoghi al chiuso", ragiona il produttore cinematografico e amministratore delegato di Anteo Spazio Cinema. A Milano l’Anteo è presente col polo di Citylife, l’Ariosto e lo storico Palazzo del Cinema che ha nove sale cinematografiche e un cartellone attentissimo alla qualità delle proposte. Eppure – qui come altrove - non è bastato per recuperare il terreno perso in oltre due anni di pandemia: "Il settore delle sale cinematografiche è in ginocchio: gli incassi a livello nazionale segnano quest’anno una flessione del 60% rispetto al 2019. Ristori, peraltro, questa volta non sono previsti. Rischiamo che in estate molte sale chiudano i battenti per non riaprire più. Negli altri mercati europei, come quello francese e spagnolo, la situazione è molto diversa, con risultati nel 2022 non solo migliori rispetto all’anno scorso e al 2020 ma addirittura vicini a 2019, in epoca pre-pandemia. Ma nessuna fra le altri nazioni del nostro continente considera il cinema un luogo pericoloso per i contagi".

A.L.

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