
Il sindacato dice no all’affiancamento con un Oss in corsia
La riduzione del numero d’infermieri impiegati nei servizi notturni? Anche la Cgil dice "no". E lancia un appello agli altri sindacati: "Restiamo uniti nel contrastare questa misura". Nel mirino c’è il provvedimento dell’Asst Melegnano Martesana che punta a coprire i turni notturni di alcuni settori ospedalieri con un solo infermiere, affiancato da un operatore socio-sanitario, anziché con due infermieri, come avvenuto sinora. Una prassi “al ribasso“ che è già stata introdotta nel settore dei sub-acuti e, a quanto riferito dai sindacati, presto lo sarà anche in medicina e chirurgia.
Ancorché il provvedimento sia del tutto legittimo, e in linea con le normative in materia, come rimarcato dalla stessa Azienda, a detta dei rappresentanti dei lavoratori questo costituisce "un abbassamento dello standard qualitativo delle cure e il riflesso di una sanità pubblica che si ostina a voler coprire le carenze di personale ridimensionando i servizi – dichiara Antonio Bagnaschi, della Cgil Funzione pubblica (nella foto) –. È un concetto che non possiamo far passare. Infermiere e Oss sono due figure diverse, non è possibile sostituire l’una con l’altra. Non è un problema formale, semmai etico. La riduzione del personale notturno rischia di essere la punta dell’iceberg per nuovi e ulteriori depauperamenti".
Il tema è stato oggetto di un recente confronto tra sindacati e azienda. Durante l’incontro, alcune sigle hanno abbandonato il tavolo, in segno di protesta, mentre la Cgil è rimasta fino alla fine "non certo per un atteggiamento aziendalista, ma per andare al fondo della questione – precisa Bagnaschi –. Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà. E torniamo a sottolineare l’importanza di restare compatti nell’affrontare questo e altri temi".
Lo sciopero generale annunciato da Cgil e Uil per il 29 novembre avrà al centro proprio il nodo della sanità, oltre a quello dei salari e delle pensioni.