ALESSANDRA ZANARDI
Cronaca

Meno infermieri di notte. La Cgil: servizio al ribasso

Il sindacato dice no all’affiancamento con un Oss in corsia

Il sindacato dice no all’affiancamento con un Oss in corsia

Il sindacato dice no all’affiancamento con un Oss in corsia

La riduzione del numero d’infermieri impiegati nei servizi notturni? Anche la Cgil dice "no". E lancia un appello agli altri sindacati: "Restiamo uniti nel contrastare questa misura". Nel mirino c’è il provvedimento dell’Asst Melegnano Martesana che punta a coprire i turni notturni di alcuni settori ospedalieri con un solo infermiere, affiancato da un operatore socio-sanitario, anziché con due infermieri, come avvenuto sinora. Una prassi “al ribasso“ che è già stata introdotta nel settore dei sub-acuti e, a quanto riferito dai sindacati, presto lo sarà anche in medicina e chirurgia.

Ancorché il provvedimento sia del tutto legittimo, e in linea con le normative in materia, come rimarcato dalla stessa Azienda, a detta dei rappresentanti dei lavoratori questo costituisce "un abbassamento dello standard qualitativo delle cure e il riflesso di una sanità pubblica che si ostina a voler coprire le carenze di personale ridimensionando i servizi – dichiara Antonio Bagnaschi, della Cgil Funzione pubblica (nella foto) –. È un concetto che non possiamo far passare. Infermiere e Oss sono due figure diverse, non è possibile sostituire l’una con l’altra. Non è un problema formale, semmai etico. La riduzione del personale notturno rischia di essere la punta dell’iceberg per nuovi e ulteriori depauperamenti".

Il tema è stato oggetto di un recente confronto tra sindacati e azienda. Durante l’incontro, alcune sigle hanno abbandonato il tavolo, in segno di protesta, mentre la Cgil è rimasta fino alla fine "non certo per un atteggiamento aziendalista, ma per andare al fondo della questione – precisa Bagnaschi –. Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà. E torniamo a sottolineare l’importanza di restare compatti nell’affrontare questo e altri temi".

Lo sciopero generale annunciato da Cgil e Uil per il 29 novembre avrà al centro proprio il nodo della sanità, oltre a quello dei salari e delle pensioni.