SIMONA BALLATORE
Cronaca

Svolta al San Raffaele, dopo il biennio comune Medicina si fa in tre: "Vocazione al centro"

Gherlone: "Internisti, chirurghi o ricercatori: ci si indirizza dal terzo anno". A settembre 900 matricole. Ed è ancora caccia agli spazi e ai posti letto. Confermato il piano Sesto, ma intanto si cercano 15mila metri quadri

Il Simulation Lab dell’Università Vita-Salute San Raffaele

Il Simulation Lab dell’Università Vita-Salute San Raffaele

Milano – Le matricole di Medicina dell’Università Vita-Salute San Raffaele saranno 900 a settembre: 750 per il corso di laurea in italiano, 150 per la versione in inglese. "Con l’aumentare dei numeri abbiamo voluto e dovuto ripensare la nostra organizzazione, sia in termini di docenti che di struttura, mettendo al centro un punto: la vocazione del medico". Così il rettore Enrico Gherlone ha aperto ieri le porte dell’ateneo a oltre 500 aspiranti studenti spiegando le novità.

Rettore, cosa cambierà?

"Medicina avrà un tronco comune, un biennio uguale per tutti e, dal terzo anno, si potranno seguire tre percorsi differenti: uno segue la medicina generale, uno le scelte chirurgiche e uno la medicina traslazionale e la ricerca. Tutti e tre avranno gli esami previsti per legge, ma ci saranno già materie caratterizzanti".

Per orientare e riorientare meglio i ragazzi?

"In un momento di crisi per la mancanza di camici bianchi, oltre ad aumentare i numeri stiamo cercando di indirizzare i ragazzi verso le specialità, seguendo le loro vocazioni. Ci saranno psicologi che accompagnano nelle scelte e seguiremo un criterio meritocratico: si potrà indicare una prima e una seconda scelta e - al termine dei due anni - chi ha la media superiore potrà scegliere prima. Ci sarà un doppio binario: attitudine e risultati".

E per i test d’ingresso?

"Ci siamo sempre adeguati alle formule ministeriali. Faccio parte della commissione Crui che ha suggerito al ministero nuove formule di accesso programmato. Siamo partiti dal sistema francese ma modificandolo, per una selezione più adeguata e meritocratica dal punto di vista della psico-attitudine. Ci sono due o tre proposte di legge: vedremo come deciderà la politica".

Come indirizzare poi verso specialità che sono più ignorate?

"C’è un tema che si sta cercando di affrontare ed è economico. L’imbuto che si trovava dopo la laurea è venuto meno. Al punto che quest’anno non siamo riusciti a coprire tutti i posti disponibili nelle specialità. Gli studenti cercano di iscriversi in specialità più remunerative: così abbiamo tanti dermatologi e meno anestesisti, tanti chirurghi plastici e meno medici che si occupano di emergenza e urgenza. È in atto una riforma per trovare risorse economiche e pagare meglio le professionalità. Una riorganizzazione e una copertura economica porteranno risultati".

Torniamo al corso di laurea: quest’anno saranno 900 le matricole. Bastano gli spazi?

"C’è stata una crescita continua negli anni, siamo passati dai 130 posti del 2018 a 250, 500 e 900. Per riuscire a star dietro a questi numeri, oltre al nostro campus da 300mila metri quadri tra ospedale San Raffaele e università, abbiamo preso altri 25mila metri quadri a Milano 2 e stiamo mettendo a punto le nostre 19 infrastrutture ospedaliere: siamo partiti mettendo a disposizione le prime due per il triennio clinico, in modo da poter fare lavorare tutti i ragazzi, visto che è una laurea applicante, deve esserci il rapporto con i malati, e non possono mancare laboratori per la simulazione che stiamo ampliando anche con realtà virtuale, aumentata e intelligenza artificiale. Siamo stati anche selezionati tra i centri a livello nazionale per creare e adesso ampliare il ’cadaver lab’".

Altri cantieri in corso?

"Abbiamo un progetto sul vecchio Galeazzi per creare residenze universitarie: tema molto sentito a Milano e al quale stanno lavorando i nostri tecnici".

E il futuro campus di Sesto?

"Si farà: il progetto c’è già ma non abbiamo ancora tempi certi, per questo nell’attesa stiamo cercando altri 15mila metri quadri vicino all’ospedale".