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Milano - Se fosse un film , il titolo sarebbe "Il mistero del maxischermo fantasma". Sì, perché nelle ultime 48 ore si è scatenato un vivace dibattito politico (fuori tempo massimo, col senno di poi) sull’opportunità di proiettare la partita Sassuolo-Milan in una piazza della città, con aperture da parte di Comune e Regione e ipotesi più o meno realistiche sul luogo in cui collocare la struttura. Peccato che sin dall’inizio della querelle (e fino a ieri sera) sia mancato un tassello non da poco per completare il puzzle, decisivo quantomeno per iniziare a ragionare sull’eventualità e per predisporre l’inevitabile cornice di sicurezza: la richiesta da parte della società rossonera, mai pervenuta né alla Questura né alla Commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo (che valuta la fattibilità di un progetto e la compatibilità di un determinato posto con un evento di massa). Senza contare sia le forti perplessità da parte di chi gestisce l’ordine pubblico sull’opportunità di aggiungere un altro luogo da presidiare a un elenco già corposo (San Siro, Duomo e luoghi come Navigli, corso Como e zona Sempione da controllare con attenzione per scongiurare pericolosi incroci tra vincitori e vinti) sia l’informale indisponibilità da parte di Dazn, titolare dei diritti tv sul match che potrebbe regalare lo scudetto al Diavolo, a dare il via libera a un’ipotesi del genere, peraltro emersa a una manciata di giorni dal redde rationem di domani sera. «Cresce l’attesa per la volata scudetto, ho saputo che il Milan cerca una piazza a Milano per trasmettere la partita con il Sassuolo. Da presidente dei lombardi (oltre che da tifoso milanista...) metto a disposizione piazza Città di Lombardia ( sede della Regione, ndr ), qualora la società e le Istituzioni competenti la ritenessero adeguata alla proiezione", ha fatto sapere ieri mattina il governatore Attilio ...
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