Massimiliano Piffaretti in volo fra acqua e cielo: "Porto a Milano lo show delle onde"

Il campione europeo comasco rivela: in Darsena il mio numero speciale

Massimiliano Piffaretti

Massimiliano Piffaretti

Milano -  Il suo è un corpo muscoloso (70 chilogrammi per un metro e 80 centimetri) e pure un cervello in fuga. Per inseguire i suoi sogni agonistici Massimiliano Piffaretti a 15 anni ha mollato Sala Comacina, paesino sul lago di Como, per trasferirsi a Orlando, in Florida. Qui allenandosi come un pazzo è riuscito a diventare in pochi anni fra gli atleti più bravi al mondo di wakeboard, uno sport nato dalla fusione tra sci nautico e snowboard. Laureatosi campione del mondo nel 2015 e vicecampione l’anno successivo, “Piffa”, 27 anni, attuale detentore del titolo europeo, è tornato nella "sua" Lombardia.

È il protagonista più atteso per la seconda edizione di "Red Bull Wake the City", l’evento patrocinato dal Comune di Milano che trasformerà la Darsena oggi (alle 19 le finali) in un circuito spettacolare. Nato negli Stati Uniti negli anni Novanta, questo sport si pratica sull’acqua su una tavola trainata da una barca o un cavo ma grazie agli ostacoli lungo il percorso gli atleti si sfidano anche in aria a colpi di rotazioni e salti mortali. Nell’antico porto milanese la competizione sarà di "cable wakeboard": i rider verranno trainati ad anello simile a uno skilift e gireranno in coppia: i tricks dovranno essere eseguiti in sincro. Sono 22 le coppie in gara. A sfidare “Piffa” atleti di grosso calibro come il vincitore del 2021 Jules Charraud dalla Francia, Pedro Caldas dal Brasile, i tedeschi Felix Georgii e Dominik Guhrs.

Riavvolgiamo il nastro dall’inizio. "Ho iniziato a praticare il wakeboard da piccolo, grazie ai cugini che me lo hanno fatto conoscere a 7 anni. A 15 anni mi sono trasferito a Orlando, la mecca del wakeboard dove c’è il circuito di gare più importanti al mondo, per fare il salto di qualità. Ci è voluta molto determinazione a partire tutto da solo, ma ringrazio mamma e papà che mi hanno lasciato andare… Dopo qualche scoglio iniziale in America mi hanno dato il visto sportivo e mi sono stabilito molto bene, stringendo tante amicizie. Vige un approccio easy: ho una casa sul lago, alla mattina si fa la benzina alla barca e poi esco con un mio amico atleta per allenarci. È super-importante in questo sport anche la produzione dei contenuti video per dimostrare le evoluzioni che si è in grado di fare".

C’è un numero che è un po’ il suo «marchio di fabbrica»? "Si chiama The Zero. Consiste in una rotazione a 360 gradi in senso antiorario, poi mi fermo e ne eseguo un’altra ma in senso opposto. Sono l’unico atleta in grado di farlo".

L’ultimo anno come è andato? "Avrei dovuto partecipare ai Mondiali organizzati a Rieti ma una nevralgia al braccio mi ha bloccato poche settimane prima della prova. Ho fatto il tifo dal pontile per la nostra Nazionale e sono orgoglioso che abbiano vinto il titolo a squadre. Io sono riuscito a diventare campione europeo: considerando che il mio braccio era al 50% per me è un traguardo che vale tanto".

Adesso è a Milano. "In questo gara voglio “spaccare”. Sono contento che abbiano scelto la Darsena, arena perfetta per esibirsi. Farò coppia col giovanissimo Trent Stuckey. Ha solo 17 anni ed è un vero fenomeno".

Prossime tappe? "Il 17 settembre ad Orlando tenterò di conquistare per la seconda volta la gara Red Bull Double or Nothing. E poi l’anno prossimo l’appuntamento è col Mondiale a Rio de Janeiro".

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