MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Coronavirus, la denuncia: "Mascherine già esaurite e troppi furbetti"/ VIDEO

Lo storico edicolante di piazzale Martini: c’è gente che ha fatto incetta in più punti con in mano le esenzioni dei genitori anziani

Giancarlo Abbati, 63 anni, edicolante di piazzale Martini

Giancarlo Abbati, 63 anni, edicolante di piazzale Martini

Milano, 17 aprile 2020 - Quasi non c’è stato il tempo di tirarle fuori dalle scatole. Esaurite in un amen, le 100mila mascherine gratuite anti contagio consegnate ieri alle edicole cittadine, parte della tranche di 3,6 milioni di pezzi messi a disposizione dalla Regione Lombardia per le Province (di cui 300mila al Comune di Milano e 100mila, appunto, alle edicole), il secondo lotto dopo il primo di oltre 3 milioni di pezzi destinati ai comuni lombardi. I giornalai raccontano di persone in coda già alle prime luci dell’alba, di altre mai viste prima in quartiere, di "furbetti" che con in tasca le esenzioni da reddito dei genitori anziani tentavano di fare il giro di più attività per fare incetta di protezioni per bocca e naso, sapendo che la priorità sarebbe stata data alle persone più bisognose.

"Stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho ricevuto 150 mascherine da consegnare gratuitamente ai clienti. Ho aperto alle 5 e, alle 10, i pezzi erano finiti", racconta Giancarlo Abbati, 63 anni, edicolante storico di piazzale Martini, in zona Calvairate. Ha cominciato affiancando il papà Luigi (che oggi ha 93 anni) e oggi è aiutato dal figlio Michele, di 42. Dura che i "furbetti" possano passarla liscia, davanti a edicolanti professionisti da tre generazioni: "Non ho dato mascherine a chi non conoscevo, specialmente ai più giovani. Ho privilegiato ultrasessantacinquenni con patologie e reddito basso. Ho usato il buon senso, so di aver scontentato qualcuno ma era l’unico modo". Contro i furbetti , tutti gli edicolanti del quartiere hanno fatto un’alleanza: "Abbiamo un gruppo WhatsApp – continua il signor Abbati – che ieri abbiamo usato anche per evitare che qualcuno si accaparrasse più mascherine facendo il giro di tutte le edicole. Purtroppo è capitato anche questo: gente che si presentava ai vari chioschi con in mano le esenzioni dei genitori. Verso le 10.30 è arrivato un ragazzo in bicicletta, mai visto prima, solo per chiedermi se avessi ancora mascherine". Non sono mancati dissapori, "gente che mi guardava male dopo il mio diniego o che insisteva, anche maleducatamente, per avere le protezioni. A me dispiace: nel quartiere sono sempre stato benvoluto, ma come faccio ad accontentare una zona di 5mila abitanti con 150 mascherine? Il risultato è che a casa arrivo nervoso, e ne fa le spese mia moglie Nadia".

Mascherine esaurite nel giro di poche ore pure all’edicola di piazzale Lagosta, "alle 9 già non ne avevamo più", rispondono. Record in via Boifava: "Alle 8.30 erano finite", fa sapere Domenico Pucci. "È un quartiere con tante persone anziane. Tanti mi hanno chiesto ‘perché non me ne hai tenuta una?’. Ma io come potevo? Impossibile accontentare tutti. Alle 6 c’era gente che aspettava per averle. Siamo in prima linea, c’è chi se la prenda con noi quando finiscono le scorte. Ho privilegiato persone anziane e chi ne aveva davvero bisogno, che ho visto con la bocca coperta da foulard".  

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