Martesana flagellata "Siamo in ginocchio Ci rialzeremo con grande difficoltà"

A Melzo, colpita dalla terza bufera, danni all‘ospedale dove è stato sbarrato l‘hospice per le cure palliative.

Martesana flagellata  "Siamo in ginocchio  Ci rialzeremo  con grande difficoltà"

Martesana flagellata "Siamo in ginocchio Ci rialzeremo con grande difficoltà"

Ancora alberi divelti dalle raffiche, piombati su auto e palazzi, di traverso sulle strade. Il muro di un oratorio, il Sant‘Alessandro a Melzo, crollato di schianto e finito sulle auto in sosta. Il palazzetto dello sport di Bussero scoperchiato. Appartamenti allagati, quartieri senza luce e acqua, strade interrotte. Danni, e siamo ancora a Melzo, all‘ospedale Santa Maria delle Stelle, dove è inaccessibile il centro vaccinale, è stato chiuso, con pazienti trasferiti in altri locali, l‘hospice per le cure palliative, e l‘accesso al vecchio pronto soccorso è inagibile per alberi caduti. Altra notte di tregenda per la Martesana.

A occhio ancora una volta Melzo la più crocifissa. Ma è un dramma comune quello descritto nella lettera inviata al Governatore Fontana, ieri, da tutti i sindaci. Per portare ai piani alti il grido di dolore dell‘Adda Martesana e rinforzare l‘istanza di stato di calamità per la Lombardia. Estensore e primo firmatario Paolo Gobbi, sindaco di Vignate. "Ma è un‘iniziativa condivisa - precisa -. Abbiamo una chat dai tempi del Covid. Abbiamo anche provato, ieri, a fare una conta dei danni, comune per comune. Ma poi c‘è stata l‘ennesima bufera, dobbiamo rimetterci mano". In calce le 22 firme dei colleghi dell‘intera area. "La tempesta che si è abbattuta sui nostri territori - si legge - ha danneggiato proprietà pubbliche e private; la messa in sicurezza e il ripristino dei danni subiti peserà notevolmente sulle persone coinvolte. Il maltempo ha abbattuto alberi, distrutto automobili, scoperchiato capannoni, colpito tetti di case, stalle, serre, distrutto pannelli fotovoltaici. Fortunatamente nei nostri paesi non ci sono state vittime, ma il danneggiamento di patrimonio pubblico e privato metteranno a dura prova le nostre comunità". L‘invito: "È importante che venga riconosciuto lo stato di calamità per la nostra Regione". Parole che raccontano scene che si ripetono identiche a Trezzo, Cassano, Cernusco, Pioltello, Vimodrone con decine di interventi all‘attivo di notte e di giorno per liberare strade, giardini, parchi, edifici pubblici da rami, tronchi, detriti che in pochi minuti hanno cambiato faccia all‘Est Milano con una sola nota positiva: "Nessuno, qui, si è fatto male".

Monica Autunno

Barbara Calderola