Mancano infermieri, ma le scuole tagliano i posti

Uneba denuncia il cortocircuito formazione-lavoro. Respinto dalle università il 37% delle domande di iscrizione: ci sono pochi corsi

Mancano infermieri per ospedali, case di riposo e strutture sanitarie. Ma, negli ultimi due anni, le università non hanno accettato 18.798 domande d’iscrizione per mancanza di corsi. Un cortocircuito fra formazione e mondo del lavoro denunciato da Uneba, l’associazione che solo in Lombardia riunisce oltre 450 enti del terzo settore sul territorio regionale. Una carenza aggravata durante la pandemia (solo nell’ambito sociosanitario, ospedali esclusi, oggi mancano circa quattromila infermieri in Lombardia), tanto che Uneba ha dovuto avviare una campagna di reclutamento in Sud America, attraverso accordi con università e centri di formazione. Dal 2001 al 2021, cioè negli ultimi 20 anni, i posti disponibili per frequentare i corsi di laurea per infermieri a livello nazionale sono stati 309.962 a fronte di un fabbisogno stimato dalle categorie di riferimento di 410.075 e di altri 378.000 infermieri per il turnover.

Solo negli ultimi due anni su 43.671 domande di iscrizione agli specifici corsi di laurea ne sono state respinte 18.798 perché in eccesso rispetto al numero di posti disponibili per il primo anno. Nello specifico per l’anno 2021-2022 ci sono state 17.394 iscrizioni su 27.658 domande presentate per cui 10.264 non sono state accettate (37%). Se le università avessero accolto le richieste di tutti gli aspiranti infermieri, con il corso universitario di 3 anni avremmo avuto oggi almeno 14.000 nuovi infermieri. La mancanza di personale qualificato si tramuta in standard assistenziali di minore qualità, in ritmi di lavoro più duri per gli infermieri in servizio, nell’aumento dei rischi per i pazienti. "Con il Pnrr serviranno ancora più infermieri in vista dell’introduzione della nuova figura di infermiere di comunità – spiega il vicepresidente di Uneba nazionale, Fabio Toso – la richiesta totale sale quindi a 30mila nuovi infermieri". Un’emergenza al centro anche del convegno “Il Pnrr cambia il sociosanitario, come cambiano le professioni e modelli gestionali?”, che si terrà venerdì (dalle 15.30 alle 18.30) all’Università di Verona.

Andrea Gianni

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