Il sindaco Sala incontra Mahmood: "Ringrazio le periferie, Milano fonte d'ispirazione"

Il primo cittadino ha intervistato il vincitore del Festival di Sanremo al Rocket, locale sui Navigli

Il sindaco Beppe Sala e Mahmood

Il sindaco Beppe Sala e Mahmood

Milano, 14 marzo 2019 - Lo aveva detto subito dopo la vittoria al Festival di Sanremo e la promessa è stata mantenuta: il sindaco di Milano Beppe Sala ha incontrato  Mahmood, il giovane nato e cresciuto al Gratosoglio, periferia di Milano. Qualche giorno fa, sul suo profilo Facebook, il primo cittadino aveva reso noti noti nome e luogo (giovedì 14 marzo alle 19 al locale Rocket, sui Navigli) dell'evento ribattezzano 'Milano Good Vibes', in cui è stato lui a intervistare il cantante.

"Sei profondamente milanese", ha detto il sindaco accogliendo Mahmood sul palco.  E lui ha risposto: "Milano per me è casa, è la culla della mia musica. Sui tram trovo ispirazione, ho scritto tante canzoni sulla 79". Il rapper, cresciuto nel quartiere di Gratosoglio ha sottolineato: "Non mi piace quando si denigra la periferia . A Gratosoglio mi sono sempre sentito sicuro. La periferia è fonte di creatività per chi fa un mestiere come il mio".

Mahmood ha anche parlato delle sue influenze: "Mia madre sarda mi faceva sentire Dalla, De Gregori e Battisti, mio padre egiziano la musica araba, che oggi torna nelle mie melodie. Oggi ascolto molta musica italiana, io sono per la musica italiana". Il cantautore ha poi dato qualche suggerimento a Sala: "Per i giovani che hanno l'ambizione, sarebbe bello se nelle scuole pubbliche ci fosse piu' corsi musicali". "Quando ci andavo io - ha raccontato -  c'era solo chitarra, ma non era strutturato bene: servirebbero corsi di solfeggio e se ci fossero le persone potrebbero appassionarsi a questo mestiere, perche' la musica lo e', un mestiere".

Il vincitore di Sanremo ha detto di interessarsi poco alla politica. E ha spiegato:  "Tra tutte le critiche che mi sono sentito arrivare, mi sono sentito dare dell'immigrato. Ecco, da questo punto di vista, io sto dalla parte del diritto alla vita, perché quando senti la storia di una mamma che è incinta e deve farsi un viaggio da sola e nessuno può aiutarla e poi degli italiani la soccorrono per partorire, io mi sento dalla parte di quegli italiani là". "Io - ha concluso - non bado tanto alla politica, mi interessa di più il diritto alla vita e degli essere umani. Vorrei ci fosse un'attenzione maggiore rispetto a questi temi". 

 

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