MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Settant'anni fa la tragedia dei piccoli di Lorenteggio

Settant’anni fa quattordici bambini morirono schiacciati da un muro della scuola Devota Maculan

La cerimonia per il settantesimo anniversario della tragedia

Milano, 22 marzo 2021 - Guardare negli occhi i loro fratelli e sorelle, nati dopo la disgrazia, è un po’ come cercare tracce di loro. Di quei 14 bambini, 13 femminucce e un maschietto morti schiacciati 70 anni fa a causa del crollo del muro di cinta fresco di realizzazione alla scuola elementare tra via Lorenteggio e via Ingannni, che allora si chiamava Devota Maculan ed era gestita dalle Sorelle della Misericordia (il testimone è poi stato raccolto, più di 20 anni fa, dalla Fondazione Grossman). Era la mattina del 21 marzo 1951, primo giorno di primavera. Una giornata particolarmente ventosa. I piccoli, che avevano tra i 3 e gli 11 anni, stavano tornando a casa quando furono travolti da una cascata di pietre. Per loro c’è un monumento sullo spartitraffico di via Lorenteggio, con tutti i nomi.

Mentre sul muro, poi ricostruito, è stata appesa una targa "A ricordo dei quattordici fiori qui tragicamente schiantati". Un monumento è anche al cimitero Maggiore, dove sono stati seppelliti. Ieri, il settantesimo anniversario ha riunito di nuovo familiari e istituzioni. "Da assessore all’Edilizia scolastica, e soprattutto da maestro - ha commentato l’assessore Paolo Limonta - non posso non pensare a quei bimbi morti per il crollo di un muro e quindi all’importanza delle scuole che devono essere luoghi sicuri, belli e accoglienti, sia dal punto di vista strutturale che come comunità. Devono essere riaperte il prima possibile". Santo Minniti, presidente del Municipio 6, ha proseguito: "Mi interrogo spesso su quale possa essere stato il dolore, allora. Vedere un letto vuoto, un banco vuoto, un posto a tavola vuoto, la casa in silenzio... Posso solo immaginarlo. Ma ciascuno di noi, caricandosi un pezzo di quel dolore, contribuisce a mantenere viva la memoria. Questa tragedia non sarà dimenticata". I fratelli e le sorelle hanno sempre nel cuore quei bambini di allora, che hanno imparato a conoscere attraverso fotografie, racconti e oggetti loro appartenuti.

Delia Spina, nata nel 1953, conserva la cartella, il quaderno e l’astuccio della sorella Brunella, morta a 6 anni e mezzo. Cesare Garretto, di 65 anni, è fratello di Anna Maria, "che stava per compiere 9 anni. La mamma mi ha lasciato un compito: tenere viva la memoria". E’ lo stesso per Luciano e Gianpaolo Pasqualotto, di 69 e 67 anni. "I nostri genitori persero sia Paola, di 8 anni, e sia Luciano, di 3". Antonio Bosotti, nato nel ‘57, ha sempre in mente Rosaria, la sorella morta a 7 anni. La Fondazione Grossman ha ritrovato un diario scritto dalle religiose, accorse a soccorrere i bambini dopo "un cupo e assordante rumore" e ha in mente un progetto da sviluppare. Il Municipio 6 ora sta curando la realizzazione di un opuscolo, con la collaborazione dell’Istituto pedagogico della Resistenza, e propone un murales lungo il muro della scuola. Ma l’idea probabilmente non andrà in porto, sia perché "non abbiamo certezza di quanto verrà ritratto" e sia perché "non possiamo prevedere di non dover fare interventi sul muro, nei prossimi anni", la risposta della scuola.