Luca Tavecchio
Cronaca

Tesla, vendite crollate a Milano: sfregi e insulti sulle fiancate, segnali di rivolta contro Elon Musk. “L’ho comprata prima che impazzisse”. “Amo l’auto, non lui”

Il mercato della Tesla e la svolta trumpiana: in un anno dimezzate le immatricolazioni delle auto elettriche americane. Sulle carrozzerie delle macchina posteggiate le scritte “Fuck Musk“ e “Fuck Nazis”

Elon Musk, 53 anni

Elon Musk, 53 anni

Milano – "Ho comprato quest’auto prima che Elon impazzisse", "Amo la mia macchina non il Ceo". Gli adesivi da attaccare al paraurti si trovano su decine di siti, costano circa 10 euro (3 su quelli cinesi). Ce ne sono anche di più immediati con Musk “decorato“ da corna rosse da diavolo e baffetti da Hitler. Segni di appartenenza politica e rifiuto della svolta trumpiana in Usa certo, ma anche tentativi di salvare l’auto dai militanti anti-Elon che si stanno moltiplicando da quando l’uomo più ricco e controverso del Pianeta ha esibito il saluto nazista (pardon, il saluto “il mio cuore è vostro” come dice lui) in diretta tv. A Milano le segnalazioni di scritte sulle fiancate della Tesla sono in aumento, tra un “Fuck Musk“, un “Fuck Nazis” e altri sfregi.

L’attacco in viale Monza

L’ultimo caso segnalato è stato in viale Monza: una Model Y bianca (prezzo di listino a partire da 45.970 euro) sulla cui fiancata è comparsa nottetempo la scritta “Fuck Nzs“(fuck nazis). Uno scherzo che al proprietario del veicolo costerà centinaia di euro. Vandalismi non isolati. Tanto che sui social e sui siti specializzati esistono delle piccole guide per evitarli: dall’esoso monitor a led su un Cybertruck (con scritta animata “Per favore non verniciatemi con scritte anti-Musk. Questo pick-up mi fa sembrare abbastanza stupido già così”) alla sostituzione casereccia del marchio sulla carrozzeria (celebri sui social le foto delle Model 3 camuffata da Audi o da Honda Civic).

La protesta dagli Stati Uniti a Milano

Ma l’onda contro il costruttore di auto elettriche cresce, pare in maniera inversamente proporzionale alle sue quote di mercato, e non riguarda solo i proprietari. Punta più in alto. Dagli Usa all’Europa, all’Italia e a Milano. Negli Stati Uniti settimana scorsa migliaia di persone hanno manifestato sotto gli uffici di Tesla a New York e lo stesso si ripete quasi ogni giorno in altre città, qualche giorno fa a Tolosa, in Francia, un concessionario Tesla è stato dato alle fiamme. E poi c’è Milano, che si candida ad avanguardia italiana della protesta. Lo store della casa di Austin in piazza Gae Aulenti è stato attaccato due volte in due settimane. L’ultima ieri mattina con un blitz degli ambientalisti di Extinction Rebellion: qualche decina di giovani attivisti ha occupato il negozio appiccicandosi a vetrine e auto in esposizione ed esibendo slogan come “Make billionaires pay again”. Più movimentata l’azione del 20 febbraio, quando militanti incappucciati del centro sociale Lambretta hanno fatto irruzione nel negozio lanciando fumogeni, srotolando lo striscione “Musk thrives, democracy dies“ (“Musk prospera, la democrazia muore“), lanciando volantini e scandendo cori contro Musk.

Le vendite crollate: ecco i numeri

Piccoli fastidi per l’uomo da quasi 400 miliardi di euro di patrimonio? Forse. Di certo, meno piccoli sono i fastidi che arrivano dal fronte vendita delle sue auto. I dati delle immatricolazioni di Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) parlano chiaro. In un anno, da febbraio 2024 allo stesso mese del 2025, le vendite di auto con la “T“ si sono più che dimezzate in Italia. Un anno fa nel nostro Paese 1.851 Tesla immatricolate, quest’anno 843. E Milano, che fino al 2024 è stata la città più affezionata al marchio americano, sembra aver perso interesse per le auto di Musk. A febbraio dell’anno scorso sotto la Madonnina vennero immatricolate 177 Tesla, a febbraio di quest’anno il crollo a 106. "Colpa anche degli incentivi esauriti e da imminenti nuovi modelli", spiegano gli esperti, e delle nuove vetture concorrenziali dall’Oriente. Se siano andamenti del mercato dettati da movimenti economici più ampi, o effetti della crescente insofferenza verso Musk (e Trump) solo i dati dei prossimi mesi lo chiariranno. Nel dubbio, ai proprietari di Tesla non resta che collegarsi a qualche sito di e-commerce e scegliere l’adesivo “salva carrozzeria“ che più gli piace.