“Locomotiva“ ferma da dieci anni "Questa crisi occasione per ripartire"

Bassa natalità, crollo del Pil debito pubblico e giustizia. Radiografia di un sistema fermo. e proposte per sbloccarlo

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Crollo della natalità, "Pil reale del 2019 inferiore al Pil 2008", debito pubblico "su livelli mai raggiunti nemmeno a cavallo della due guerre", crollo della produzione industriale, tempi lunghi della giustizia e burocrazia. L’Italia e la sua “locomotiva“, la Lombardia, "sono già ferme da dieci anni e il Covid ha dato solo il colpo finale". A tracciare l’analisi e a delineare una serie di proposte per la ripartenza, "diagnosi e prognosi", nel libro “La guerra non dichiarata“ (Brioschi), è il professor Stefano Paleari, docente di Analisi dei sistemi finanziari all’Università di Bergamo che fu commissario straordinario di Alitalia e presidente del Comitato di coordinamento di Human Technopole.

Dai numeri emerge un quadro sconfortante.

"La crisi del 2008 è stata la guerra non dichiarata, e da allora in Italia non c’è stata più una ripresa. E il Covid diventa una scusa per coprire gli errori commessi in campo economico".

La Lombardia come ha reagito?

"Ha mostrato una maggiore resilienza, ma non è stata risparmiata dalla crisi. La locomotiva si è fermata per motivi strutturali. Per ripartire ho elaborato alcune proposte a saldo zero, che si potrebbero realizzare senza ulteriore deficit".

Quali?

"Bisogna riformare le pensioni con un sistema contributivo da subito per tutti, con flessibilità in uscita. I soldi risparmiati andrebbero investiti per i giovani perché siamo di fronte a un’ingiustizia generazionale e se le cose non cambiano saranno sempre di più i giovani che andranno all’estero a lavorare. Cassa integrazione e indennità di disoccupazione come diritti universali e con un importo uguale per tutti, slegato dall’entità dello stipendio. Per le imprese tassazione inversamente proporzionale al costo del lavoro ed esenzioni fiscali per nuovi insediamenti produttivi. Favorire fiscalmente l’occupazione femminile. Solo solo alcune delle idee per togliere il freno a mano. Sono convinto, poi, della necessità di avviare un percorso verso un vero federalismo".

Che sfide ci attendono in Lombardia?

"Sono tre: costruire un modello di sviluppo basato su una maggior tutela dell’ambiente, recuperare la produzione industriale e riorganizzare il sistema sanitario. Milano è una città all’avanguardia ma deve essere da traino per tutto il Paese".

Andrea Gianni

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