DIMARIANNA VAZZANA
Cronaca

Lo “sciopero“ dei bar contro la movida del sabato

A Santa Giulia stop alle vendite di alcolici dalle 14, i locali rinunciano all’incasso "Ragazzi ubriachi, assembramenti e risse: vogliamo lanciare un segnale"

di Marianna Vazzana

"Credo di averle provate tutte e ho capito che sia necessaria una manovra d’urto. Ho quindi deciso di chiudere il locale sabato pomeriggio, rinunciando volontariamente all’incasso evidentemente più consistente di tutta la settimana, rimettendoci in prima persona". Il post di Andrea Sorrentino, titolare del So’ Garden Cafè affacciato sulla promenade di Santa Giulia, pubblicato sulla pagina Facebook della social street Quartiere Santa Giulia, ha aperto la strada a una iniziativa di massa contro la movida selvaggia: unite, tutte le attività commerciali di via Cassinari che vendono anche alcolici. In totale, una decina. Tra loro c’è chi sabato pomeriggio non aprirà, come Carpe Diem e Caffè Promenade ("saremo attivi fino alle 16, con colazione e pranzo d’asporto", dice Massimo Di Paolo), e chi terrà serrata la vetrina delle bevande alcoliche, come la panetteria, la gastronomia, la pizzeria e non solo: "Per il bene del quartiere - si legge sui cartelloni esposti - sabato 24 dalle 14 alle 19 non si venderà alcol da asporto affinché l’ordine pubblico torni alla normalità". Già. A far scattare la decisione è stata la situazione degli scorsi weekend, "con almeno 300 giovanissimi tra i 15 e i 20 anni che si sono riversati sulla promenade come se fosse un grande dehor". Di pomeriggio, considerando coprifuoco e restrizioni anti Covid. Gli abitanti raccontano di assembramenti, poche mascherine sui volti, lanci di bottiglie, mini risse tra ragazzi ubriachi e spazi trasformati in toilette. "Temiamo che questo luogo possa essere considerato zona franca da bande di quartieri. A bere all’aperto non si ritrovano solo giovani di Santa Giulia e Rogoredo ma anche gruppi provenienti dalla zona di Bonfadini, Ponte Lambro, viale Ungheria, Corvetto e non solo", spiega Carmine Coriale, ex titolare del Carpe Diem, che ha fatto da collettore tra i commercianti: "Il desiderio è tornare ad avere un quartiere vivibile. Auspichiamo anche la presenza delle forze dell’ordine, sabato".

Sorrentino, il cui locale è stato additato da alcuni come "colpevole" degli assembramenti, sottolinea che "molti non si riforniscono nella mia attività, e lo testimoniano le bottiglie di birra da 66 cl e di superalcolici abbandonate sulle panchine, provenienti non certo dai locali. Ho provato anche a istituire una sorta di ‘security’ ma i ragazzi da gestire erano troppi". Da qui, la decisione di chiudere al sabato pomeriggio. Anche gli altri mostrano un segnale di vicinanza al quartiere. "Non siamo contrari al passaggio, al movimento, anzi questo ci tiene in vita - sottolinea Salvatore Di Modugno, di Pane, amore e fantasia - ma questa movida non va bene: sembra il Far West". Laura Bovone, di Shopping Plaza, aggiunge che "siamo tutti molto rispettosi delle normative anti Covid. Speriamo che questa nostra iniziativa serva a dare un segnale". Plauso da Oscar Strano, presidente del Consiglio di Municipio 4: "Laddove le istituzioni non riescono a garantire il proprio ruolo, a volte ci pensa il senso civico: questa è una bella dimostrazione di responsabilità civile".