Sanità, altri 9 cittadini libici ricoverati negli ospedali del Gruppo San Donato

Controlli del'Ats: cinque sono al San Raffaele e quattro a Villa Turro

L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera

L’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera

Milano, 28 gennaio 2020 - Da ulteriori controlli nelle strutture del Gruppo San Donato "è emersa la presenza di 5 pazienti libici 'solventì in un'area di degenza destinata a pazienti del Sistema Sanitario Nazionale e la Direzione del San Raffaele ha dichiarato la presenza di ulteriori 4 pazienti libici presso il presidio Villa Turro che fa riferimento allo stesso Gruppo". Lo ha detto, in una nota, l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera.

I controlli sono nati dopo che è stata aperta un'indagine su due cittadini libici tornati in patria nonostante fossero indagati per l'accoltellamento di un connazionale avvenuto vicino all'ospedale San Raffaele di Milano, dove i tre erano ricoverati sulla base di un'intesa tra l'ambasciata di Tripoli presso la Santa Sede e il gruppo San Donato per la cura di feriti di guerra. L'Ats sta ora verificando che i libici ricoverati non occupino posti accreditati col servizio sanitario regionale. «L'Ats sta proseguendo le verifiche riguardo alla situazione emersa, finalizzate a verificare in particolare se tali attività abbiano impattato negativamente sull'attività istituzionale», ha aggiunto Gallera. Dai dati ancora non conclusivi relativi all'attività 2019, risulta che "le tre strutture del Gruppo San Raffaele - dice Gallera - non risultano avere scostamenti significativi dal budget contrattuale assegnato dalla Ats per lo svolgimento delle attività del Sistema Sanitario Nazionale e quindi nel 2019 risultano aver assolto il loro mandato istituzionale".

"Resta da accertare quanti pazienti libici siano stati complessivamente ricoverati in questi mesi e si sta provvedendo a contestare alle strutture la mancata preventiva autorizzazione a modificare l'assetto accreditato e a contratto, in quanto tali modificazioni organizzative sono vietate dalla normativa vigente", ha concluso Gallera. "Il confronto autorizzativo preventivo, peraltro, oltre a rispettare quanto previsto dalle Regole di Sistema, avrebbe potuto far rientrare tale situazione in un corretto percorso di collaborazione internazionale - ha aggiunto Gallera - senza provocare ripercussioni sull'attività istituzionale che le strutture devono garantire al sistema di cui fanno parte». L'attività programmatoria e di controllo, prosegue la nota, che Regione sta costantemente incrementando anche per il tramite delle Ats consentirà di monitorare sempre più nello specifico le diverse tipologie di attività offerte dagli Enti erogatori.

 

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