"Noi, 293 navigator formati e abbandonati. In 21 mesi non si fa la rivoluzione..."

I tutor del reddito di cittadinanza escono allo scoperto: vittime di ritardi e ostruzionismo, elenchi consegnati solo a giugno 2020

La protesta dei navigator

La protesta dei navigator

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Milano, 10 febbraio 2021 -  "Siamo stati formati per mesi e adesso ci lasciano a casa, con uno spreco enorme di risorse. Non siamo figure inutili, ma persone che hanno lavorato in condizioni difficilissime raggiungendo risultati eccezionali". I navigator lombardi, entrati in servizio nell’estate 2019, ieri hanno gridato la loro rabbia davanti alla Prefettura di Milano, mentre prosegue il conto alla rovescia che il 30 aprile vedrà la scadenza del loro contratto con l’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (Anpal). Nuove figure professionali precarie create per affiancare i percettori del reddito di cittadinanza nella ricerca di un impiego che, senza una proroga, rischiano di finire a loro volta nel bacino dei disoccupati.

Sono 293 “fantasmi“ in Lombardia, 64 solo nella Città metropolitana di Milano, che sono usciti allo scoperto manifestando con Cgil, Cisl e Uil per chiedere di risolvere l’ennesimo inciampo nel percorso accidentato della misura anti-povertà bandiera del Movimento 5 Stelle. «Il nostro lavoro è quello di contattare i beneficiari e fare orientamento, aiutarli nella stesura del curriculum, prendere contatto con le aziende", elenca Alessandra Balena, 54 anni, navigator assegnato al centro per l’impiego di San Donato Milanese. "Abbiamo convocato circa 1300 persone, tutte quelle negli elenchi – prosegue –. In questi mesi ho incontrato persone che vivono in un dormitorio. Ci sono giovani che, grazie al reddito di cittadinanza percepito dal nucleo familiare, sono riusciti a non interrompere gli studi". Alessandra ha in tasca due lauree, un passato nella società di telecomunicazioni Italtel e un lavoro da psicologa che potrebbe riprendere a tempo pieno dopo la parentesi da navigator. In tanti sfoggiano titoli di studio, master e curricula ricchi di esperienze. Denunciano ritardi, difficoltà nel coordinamento e alcuni anche un "ostruzionismo" da parte dei centri per l’impiego, con Afol Metropolitana (l’agenzia che gestisce gli sportelli a Milano e hinterland) che avrebbe consegnato loro gli elenchi dei beneficiari da contattare solo a giugno dell’anno scorso, perdendo mesi preziosi. «È difficile fare una rivoluzione in 21 mesi – spiega Gabriella Russo, in servizio a Vimercate – ma noi vogliamo portare avanti questo percorso, anche perché se no tutta la formazione che abbiamo seguito sarebbe sprecata". Gabriella, 33 anni, originaria della Puglia, come tanti altri navigator si è trasferita in Lombardia dopo aver superato la prova che metteva in palio 329 posti. In 36, nel frattempo, hanno lasciato perché hanno trovato altre strade. Altri hanno partecipato al nuovo maxi-concorso, ora bloccato dal Covid, per entrare nei centri per l’impiego lombardi. "Siamo finiti in un tritacarne mediatico – sottolinea Antonio Lenzi, in servizio a Rho – è una follia pensare di portare avanti il reddito di cittadinanza facendo a meno di noi".  

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