ANNA GIORGI
Cronaca

Lasciò morire sua figlia a Milano: "Il latte? Pensavo bastasse"

Alessia Pifferi, 37 anni, è stata esaminata davanti alla corte d'Assise per l'accusa di omicidio pluriaggravato. Uno psichiatra forense ha tratteggiato un ritardo mentale di Alessia, che ha portato alla tragedia della piccola Diana di 18 mesi.



Lasciò morire sua figlia a Milano: "Il latte? Pensavo bastasse"
Lasciò morire sua figlia a Milano: "Il latte? Pensavo bastasse"

Quasi cinque ore di esame davanti alla corte d’Assise, presidente Ilio Pacini Mannucci, in cui Alessia Pifferi, 37 anni, da uno in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato per avere lasciato morire di stenti la piccola Diana di 18 mesi, ha ripercorso quell’ultima settimana di un anno fa in cui ha lasciato la sua bimba in casa sola perché pensava che "il latte nel biberon le bastasse". "Le lasciavo sempre anche due bottigliette di acqua e le preparavo un “teuccio“, ma quella volta (il 21 luglio) sono rientrata a casa dopo essere stata via una settimana e lei non era lì ad aspettarmi come le altre volte. Era nel lettino da campeggio con il pannolino accanto alla testa, aveva i piedi e le mani nere, allora ho provato a prendere il suo corpicino a metterlo sotto l’acqua corrente per capire se si riprendeva. Ho chiamato la mia vicina di casa e lei ha avvertito il 118. Quando i medici mi hanno detto che era morta sono andata in panico". Un racconto pronunciato con distacco, senza lacrime, alternando frasi affettuose nei confronti della bimba "mi manca tanto Diana" a richieste di "non essere sgridata" rivolte al pm Francesco de Tommasi che le chiedeva con insistenza se si fosse resa conto delle consguenze del suo gesto, cioè l’abbandono di sua figlia, lasciata sola in un monolocale a una temperatura di 40 gradi senza acqua e senza mangiare.

Marco Garbarini, psichiatra forense e clinico, consulente della difesa, ha tratteggiato un evidente ritardo mentale emerso dagli esami condotti sulla PIfferi che era già manifesto in tenera età. "Pifferi - ha sostenuto il perito - aveva perso il senso della dimensione temporale delle azioni e non sono sicuro che fosse in grado di distinguere fra 3 o 5 notti, anche questo avrebbe contribuire alla tragedia".

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