Lapis TV progetto in crescita

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Andrea Quartarone

Stefano Mirti

Due anni fa la chiusura di scuole e università a causa di quella stessa pandemia che ancora oggi fa vittime e mette paura, ha spinto, se non proprio obbligato, le istituzioni formative a buttarsi sul digitale. È stato un “digital rush”, una corsa al digitale frenetica, spesso caotica se non proprio disfunzionale perché fatta di fretta, sottostando dalla stretta necessità di non compromettere più di tanto l’anno scolastico. In tanti hanno parlato di un salto in avanti - che qualcuno, per altro, considerava necessario da tempo - e non c’è dubbio che un’accelerazione ci sia stata, rimane da chiedersi se nella giusta direzione. L’elemento più caratterizzante i lunghi mesi della pandemia è quello della comunicazione digitale e social della scuola. In un tempo brevissimo i normali canali di comunicazione (Facebook, Instagram, Youtube) sono stati riorganizzati a diventare un vero e proprio palinsesto con attività diverse (a seconda dei giorni e delle ore), pensati per un pubblico composito (studenti attuali, studenti potenziali, semplici curiosi; bambini, young adults e senior). È nata così Lapis TV, la televisione della scuola e della sua community, in diretta, gratuita (su Facebook e YouTube) che declina l’educazione sui temi dell’arte applicata e dell’artigianato con diverse sperimentazioni di linguaggio e continua esplorazione di generi, sempre nei limiti di quanto concesso dalle risorse, scarse per definizione. Risorse scarse che sono forse l’elemento più importante dell’equazione complessiva: proprio perché limitate, il gioco è stato quello di trasformare il vincolo in atout. Agli investimenti in advertising si è sostituito il passa parola della comunità, un processo bottom-up che ha coinvolto tutti i docenti e gli studenti. Se detta così non pare una rivoluzione è perché non lo è: gli ingredienti che la compongono non costituiscono da soli assoluta novità. È il loro particolare combinato disposto a rendere l’esperimento interessante - a oggi sono un centinaio gli episodi prodotti, con un numero di visualizzazioni e interazioni organiche molto interessante. Ma l’esperimento non è concluso: a due anni dalla sua nascita Lapis cresce e allarga il suo campo d’azione.

Ai programmi messi in onda negli anni passati (talk show, approfondimenti, giochi, etc..) nel 2022 se ne affiancheranno presto di nuovi, alcuni in collaborazione con altre istituzioni e aziende e anche, grazie alle risorse fornite da un crowdfunding di successo e altre erogate da Fondazione Cariplo, verrà allestito un vero e proprio “studio televisivo”. Un bel segnale di continuità tra un passato molto importante e un futuro (già presente) tutto da inventare.

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