Bosco di Lainate, condannato a 18 anni il capo dei pusher tradito dalle chat

Lo spacciatore marocchino è stato incastrato da 1.400 messaggi su Whatsapp

Carabinieri nei boschi dello spaccio

Carabinieri nei boschi dello spaccio

Lainate (Milano), 26 aprile 2022 - Un'ottima strategia di marketing basata su 1400 messaggi inviati via WhatsApp ad altrettanti clienti per sponsorizzare la propria sostanza stupefacente e invogliare i clienti a comprarla da lui, nella zona boschiva di Lainate a ridosso della via Per Garbagnate, via Lura e via Trattati di Roma. Un "un vero esercizio commerciale all’aperto funzionante sino alle prime ore del mattino" e nomi in codice per indicare i vari tipi di droga, come "chiara", "bella" per indicare la cocaina, "scura" per indicare l’eroina. Il presunto capo dell'organizzazione dedita al traffico di cocaina, eroina, hascisc e marijuana, Mohamed Benabla, marocchino di 37 anni, è stato condannato con rito abbreviato a 18 anni di reclusione da parte del gup di Milano Guido Salvini. Oltre a lui il giudice ha emesso altre tre condanne in abbreviato da 9 e 7 anni, e ad altri otto patteggiamenti da 4 a 2 anni a carico di due italiani e sei nordafricani.

L'inchiesta dei carabinieri di Monza e di Milano, coordinate dal Pm della Dda Gianluca Prisco, aveva portato nel maggio 2021 all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 32 pregiudicati (22 di origine marocchina, due tunisini e sei italiani) accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, resistenza a pubblico ufficiale, ricettazione di auto e armi ed evasione. Le indagini erano partite nell'ottobre 2016 quando una ragazza, dopo aver acquistato la consueta dose di cocaina, era stata bloccata e poi ripetutamente palpeggiata dagli spacciatori nordafricani armati di pistola.

Anni dopo gli inquirenti sono arrivati a sgominare tre bande di pusher magrebini, violenti e padroni del territorio, che avevano monopolizzato le aree boschive lainatesi e sequestrato di 19,5 chili di cocaina, 1,1 chili di eroina, 400 grammi di hashish e 50 grammi di marijuana, oltre ad armi e auto rubate. Nelle motivazioni della sentenza si legge che il presunto boss del traffico di stupefacenti nel "boschetto della droga di Lainate" avrebbe soprattutto intensificato la sua "tale attività 'promozionala", con l'invio di centinaia di messaggi ai clienti per "fidelizzarli", "all'indomani della scissione" con altri trafficanti che avevano costituito un altro gruppo. Il marocchino era stato capace "di inviare più volte via WhatsApp 1400 messaggi 'pubblicitari' ad altrettanti clienti per invitarli a rifornirsi da lui e dal suo gruppo indicando anche l'esatto punto della zona boschiva in cui recarsi". Benabla, tra l'altro, "nel momento in cui trattava per 'assumere altri aspiranti spacciatori" proponeva loro "uno 'stipendiò mensile che poteva variare tra i 1500 e i 2500 e anche i 3000 euro al mese". C'era anche un tariffario per tutti i tipi di droga: "60 euro per un grammo di cocaina, 20 euro per un grammo di eroina, 50 euro per un ovulo di hashish e 3 euro per un grammo di hashish".

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