RICCARDO
Cronaca

La vera arte non sarà mai monopolio di una parte politica

La cultura non è apolitica: la sua universalità sfida i regimi dispotici che cercano di imporre una visione limitata. La contestazione giovanile è legittima, ma non deve diventare censura. La cultura è un bene comune che eleva l'anima e promuove un civismo rispettoso.

Riccardi

La cultura non è apolitica, tutt’altro. Soltanto un particolare. Non ha colore perché è universale. Di contro i regimi dispotici cercano ed hanno cercato di imporre una loro particolare visione della erudizione. Una violenza psichica e morale sugli artisti limita i loro voli creativi. La creatività ha bisogno di spazi che, se circoscritti, ingabbiano la bellezza e la fantasia che si genera. Quando cadono i dittatori si corre alla distruzione delle loro statue e con quanto annesso. Errore perché sono simboli rappresentati la prova a ricordo delle loro nefandezze da non seguire.

Di recente abbiamo letto che, in una scuola, si vorrebbe vietare l’insegnamento di Dante che offenderebbe il profeta Maometto. La richiesta è il frutto del peggiore ignorante oscurantismo. Nulla va vietato. Il mettere all’indice, cancellando ogni storica memoria, costituisce una feroce aberrazione nel negare vicende storiche di tempi andati. Si dice che è lecita la contestazione giovanile. Giusto. La polemica è il Dna della giovinezza. Dna che si modifica gradualmente nel tempo. Basti pensare ai trascorsi, poi cangiati, di personaggi di successo nel sapere, nei media e nell’ampio campo della comunicazione. La contestazione, in ogni caso, non può costituire censura perché non deve impedire di parlare liberamente. Si ascolta e poi si dissente. Non a prescindere. Privo di senso appare considerare l’arte monopolio di una parte politica. Se è arte non c’è monopolio che tenga. La cultura innalza la spiritualità dell’anima anche inconsapevolmente. Il popolo ha una sua identità culturale inconscia. Si manifesta attraverso un civismo laico. Rispettoso. È la prima forma di educazione democratica che il tiranno, per esercitare il suo potere cerca di analfabetizzare. Stupidità e narcisismo ostentativo non hanno cittadinanza nella cultura. Paradossalmente ha più “cultura interiore” l’ignorante analfabeta.