La robotica? All’Abb è una cosa da donne

La multinazionale apre le porte del settore alle studentesse con un invito: "Qui non si rischia di rimanere disoccupati"

Migration

di Giovanni Chiodini

Al Robotics Tecnology Center di Abb, a Vittuone, una cinquantina di ragazze provenienti da quattro diversi licei ed istituti tecnici della provincia di Monza e Brianza hanno condiviso con i tecnici della nota multinazionale un momento di conoscenza delle diverse applicazioni di robotica industriale e collaborativa. L’iniziativa rientra nel programma Steamiamoci, di cui fa parte anche Abb, un progetto didattico promosso da Assolombarda con l’obiettivo di promuovere azioni concrete per ridurre il gap nel campo delle competenze scientifiche e tecnologiche fra uomini e donne. Nello specifico il progetto si propone di mostrare alle giovani donne che si affacciano al mondo dell’Università o del lavoro quali siano le opportunità che può offrire una carriera in ambito scientifico-tecnologico. Secondo i dati raccolti da Steamiamoci, infatti, si prevede la creazione entro il 2025 di 8 milioni di nuovi posti di lavoro in ambito scientifico-tecnologico in Italia, a fronte dei quali si rileva un 37% di donne iscritte a corsi attualmente operativi in Italia e un 18% di studentesse a livello universitario. Abb è una società tecnologica leader a livello mondiale che energizza la trasformazione della società e dell’industria per raggiungere un futuro più produttivo e sostenibile.

"La divisione Robotics di Abb in Italia conta già una significativa presenza femminile fra progettiste e manager - ha detto Leonardo Leani responsabile dell’area Robotics -. L’impegno della nostra azienda è volto costantemente a ridurre il gender gap in una disciplina che tuttora vede una preponderanza di uomini in ruoli tecnici e apicali". Le ragazze delle scuole monzesi che hanno partecipato all’evento hanno anche potuto conoscere due donne che lavorano in Abb, la ventiseienne Gloria Farinella ingegnere meccanico che dopo uno stage è stata assunta in azienda, e Annalisa Migliorelli, anch’essa ingegnere meccanico già da 9 anni in azienda con compiti dirigenziali.

"L’impegno di Abb nell’ambito della diversificazione delle inclusioni è ormai decennale - osserva Leani -. Questo è uno dei progetti a cui teniamo con maggior attenzione. C’è una carenza cronica di figure tecniche, indipendentemente dal genere, nell’ambito dell’industria manufattutiera in grado di gestire, progettare e programmare queste macchine. E c’è poi una carenza specifica tra le donne". L’azienda ha come obiettivo di raggiungere il 25% di donne in ruoli di top management nel 2030. Lo scorso anno, a livello globale in tutte le aziende del gruppo, il 40,5% di assunzioni di giovani talenti in azienda sono state donne.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro