La maturità di 600 studenti ucraini: a Milano i test per le loro università

Gli istituti Gentileschi e Lagrange ospiteranno le prove dal 22 luglio in collegamento con Kiev e 23 Paesi. Esperimento inedito di cooperazione tra acrobazie linguistiche, personale in ferie e pandemia

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di Simona Ballatore

Circa 600 studenti ucraini sosterranno la “maturità“ o il test di ingresso per accedere alle loro università a Milano, in contemporanea con i colleghi che si trovano in tutta Europa. A rispondere subito all’appello, nonostante i tempi stretti, le ferie del personale e la pandemia che continua a creare assenze e ostacoli, sono state due scuole superiori: l’istituto Gentileschi e l’istituto Lagrange. "Una cooperazione internazionale inedita che si è resa necessaria in tempi di guerra, per garantire agli studenti che si trovano in Italia di non interrompere il percorso di studi, sostenendo gli esami in una modalità il più possibile normale, nella loro lingua", sottolinea il provveditore agli studi Yuri Coppi, che sta seguendo la macchina organizzativa. Oltre a Milano, sono state individuate una scuola a Roma e una a Bari. Si comincia il 22 luglio. A gestire le prove in Italia, col coordinamento dell’Ukrainian Center for Educational Quality Assessment e del ministero dell’Istruzione, è Invalsi. Di qui il coinvolgimento delle scuole superiori. E l’impegno non è da poco. "Ma non ci saremmo mai tirati indietro davanti a un’emergenza – sottolinea il preside del Lagrange, Federico Militante –. Faremo la nostra parte, nonostante la macchina sia molto complessa e si stia rendendo necessario il coinvolgimento di più persone per garantire l’apertura della scuola e tutte le procedure. Anche questa è inclusione".

Il Lagrange ha dato disponibilità per il 22, il 25 e il 26 luglio, con doppio turno, più quattro date a settembre e una a ottobre. Uno studente appena diplomato di informatica col 100, Yash Kumar, collauderà le postazioni di lavoro e metterà in rete quelle non ancora collegate. "Dovranno collegarsi tutti alle 10 e alle 15, ora di Kiev – spiega la professoressa Piercarla Gazzaniga Agradi, referente del dirigente che si sta occupando della procedura –. Per predisporre le macchine dovremmo essere pronti due ore prima. Il test è molto serio, corrisponde al loro esame di Stato o all’accesso all’università. Ed è giusto sia così. Quello che ci preoccupa di più è la lingua". Perché se durante le prove ci sarà un assistente che parlerà ucraino, la documentazione sta arrivando alle scuole milanese in alfabeto cirillico. Un’app - simile a quella del green pass - controllerà la validità dei documenti, ma tutta la piattaforma è in lingua originale e bisogna intervenire allungando il tempo di 30 minuti nel caso di ragazzi con bisogni educativi speciali o per altre situazioni, che vanno indicate nel menu a tendina, sempre in cirillico. “Google translator“ è un appiglio, ma non troppo, e anche con i supervisori spesso manca la lingua ponte. "Ma capiamo il fatto che abbiano deciso di far sostenere agli studenti l’esame nella loro lingua-madre, evitando il russo e l’inglese, visto il trauma che stanno vivendo", ricordano dal provveditorato.

"È un primo test di cooperazione internazionale di questo tipo – commenta Lidia Gennarelli, preside del Gentileschi – e credo sia una bella iniziativa dal punto di vista professionale, scolastico e umanitario. Un esempio di cooperazione anche fra i Paesi dell’Unione Europea. Noi ospiteremo una decina di sessioni fino al 4 agosto e poi ancora due il 14 e 15 settembre, per ciascuna avremo una quarantina di studenti. Credo sia una modalità anche da tenere d’occhio per possibili sviluppi futuri, al di là dei progetti fin qui sperimentati".

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