La luna è lì Un passo alla volta

Claudio

Negri

Eugene Cernan, l’ultimo uomo ad avere camminato sulla Luna (e cantato e pranzato e sognato e quant’altro di più umano e prosaico sia possibile lassù come quaggiù) guidava a due passi da me un fac-simile del rover selenico della Nasa. Per affinità elettive di grandi sponsor planetari, Cernan portava a spasso sull’erbetta lessa di San Siro l’allenatore del Milan di allora, il gentiluomo romagnolo Alberto Zaccheroni. Che non pativa vertigini, nonostante l’incerto passo della macchina lunare sotto la gravità terrestre. Il più preoccupato pareva proprio Cernan, che ci teneva comunque a festeggiare il trentennale della conquista (conquista?) della Luna. Il Milan festeggiava se stesso, c’era la presentazione ufficiale della squadra al cospetto del popolo rossonero, nel centounesimo anno di vita del club. Ero lì, quella sera del luglio 1999, tra gli scribi e i curiosi professionisti. Io, al di là del festoso ambaradan milanista, ci tenevo a conoscere Cernan. Ma non feci in tempo, lui era già tornato nella leggenda delle sue eroiche dimestichezze con lo spazio. Che resta un posto affascinante e terribile, dove ogni azione, ogni movimento non è lasciato al caso, ma alla eccelsa routine di procedure provate e riprovate a terra. Un passo dopo l’altro, tra un ginepraio di imprevisti e di piani B, di piani , di piani Z. Cernan, come molti suoi colleghi astronauti (e cosmonauti sovietici) si era trovato a gestire molteplici situazioni limite, lassù dove il cielo è sempre nero. Tenace ironico, ottimista. D’accordo: tutti gli uomini dello spazio sembrano tenaci, ironici e ottimisti. Ma Cernan lo era di più, o almeno dava questa impressione. Anni dopo, quando riemersi con mille problemi da un’emorragia cerebrale quasi fatale, mi riproposi alla vita di tutti i giorni, compreso il lavoro di giornalista, con quello che chiamo il Metodo Cernan. Tenacia, ironia, ottimismo. Un passo alla volta, mi confermi Houston? So di essere in buona compagnia in questa parte di universo. Prima di tornare alla Terra con l’ultimo Apollo, il 17, Cernan aveva affondato l’indice destro guantato nella polvere lunare e scritto “T.D.C”. Tracy Dawn Cernan, la figlia. Pensierino di papà, oltre ogni piano B.

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