BRUNO
Cronaca

La città che vola in centro frena in periferia

Bruno

Villois

A guardare Milano dai piani alti di uno dei tanti grattacieli di Porta Nuova o City Life si scorgono decine di gru, espressione di altrettanti cantieri che fanno intuire una città che cammina a passo spedito e costruisce in altezza, per aprire al verde pubblico e continuare nell’opera di modernizzazione ormai in atto da ben un quarto di secolo, ai cui albori alla guida della città c’era un sindaco, Gabriele Albertini, visionario e intraprendente. Proseguendo nell’osservare al suolo Milano e arrivando nel centro, sempre più ampio nelle dimensioni, si continua a cogliere un’idea di presente proiettato nel futuro. I cantieri dell’ultima linea di metrò ne sono testimonianza. I dati socio-economici che arrivano dal Pil dell’area metropolitana potrebbero quest’anno sfiorare i 400 miliardi di euro, cifra che pongono Milano al decimo posto nel mondo e al 5o6o in Europa per gli investimenti stranieri. Il reddito pro capite di oltre 32mila euro la rende al primo posto dei capoluoghi italiani. Infine il numero di turisti che nel 2022 potrebbe infrangere la cifra dei 9 milioni, la cui spesa procapite è al primo posto in Italia e seconda solo a Londra e Parigi in Europa. Un Guinness dei primati che col decollo dello Human Tecnopole nel 202526 potrebbe arricchirsi di quello di città della scienza. A fronte dei dati positivi persistono però distonie in crescita e riguardano le periferie, anch’esse in forte espansione residenziale, e in certe zone anche commerciale e di insediamenti di uffici, che sono in balia di se stesse. Il commercio di vicinato, argine alla desertificazione, tende ad un costante ridimensionamento, i trasporti sono deficitari, pur dovendo far fronte al massiccio mini pendolarismo, gli edifici soffrono carenze manutentive. Il passo da quattrocentista dell’area del primo e secondo centro deve essere progressivamente affiancato da uno similare delle periferie. Essere capitale mondiale del bello e del buono deve obbligare l’amministrazione civica metropolitana e l’intera classe dirigente delle categorie economiche a uno sforzo per ridurre le differenze.