Faceva propaganda islamica: "L’Isis? Una sbandata. Ora metto su famiglia"

“Issa“ parla della moglie somala che ha conosciuto in Qatar. "Io, convertito da un amico al Leoncavallo".

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L’Isis è acqua passata, ora lui vuole solo metter su famiglia. Ha confessato di aver fatto attività di propaganda dopo aver preso una "sbandata" per l’Islam radicale, ma ha anche sostenuto di aver smesso con le idee vicine allo Stato islamico.

Così Nicola “Issa“ Ferrara ha risposto alle domande del gip Guido Salvini durante l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto ieri mattina. Il 38enne italiano arrestato mercoledì per apologia e istigazione nell’adesione all’Isis - cioè l’“associazione con finalità di terrorismo internazionale denominata Stato islamico“ - con l’aggravante dell’ “utilizzo di strumenti informatici e telematici”, non ha dunque negato di essersi avvicinato alle posizioni radicali per tre anni, ma ha ribadito di "non aver preso contatti operativi" con organizzazioni terroristiche.

Restano comunque senza spiegazione i suoi recenti 5 viaggi in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, per cui ha passato circa 9 mesi, ospite di famiglie locali - dice - per imparare l’arabo e cercare un lavoro. Proprio durante l’ultimo viaggio a Dubai, Issa ha conosciuto una donna somala di 35 anni su un sito e l’ha sposata con rito musulmano: con lei avrebbe dovuto ricongiungersi nei prossimi mesi, per farsi riconoscere il matrimonio. Davanti al gip ha detto di aver preso una "sbandata". L’inizio della radicalizzazione - secondo il suo racconto - è stato tra il 2012 e il 2013 quando faceva lavori saltuari e frequentava il centro sociale Leoncavallo, dove spesso "beveva e fumava". Proprio li’ ha conosciuto Ghassen Hammami, che si trova attualmente detenuto al carcere di Rossano Calabro per una vicenda di terrorismo. A lui aveva inviato anche dei soldi in carcere ma poi "aveva deciso di allontanarsi perché era troppo estremista".

Davanti al giudice Ferrara ha inoltre ammesso di aver postato su Facebook e su SoundCloud, frasi, immagini e canti relativi al jihad spesso però senza rendersi conto pienamente del significato: "Penso che l’Isis sia una setta fuori dall’Islam", ha corretto il tiro il 38enne, che rimane comunque convertito alla religione musulmana e ieri si è presentato davanti al gip vestito alla maniera occidentale, ma con la barba tradizionale.

Ferrara, assistito dall’avvocato Francesco Mandalari, ha giurato che è ormai lontano dalle idee estreme e che il suo "più grande desiderio è mettere su famiglia": "Mi rendo conto di aver sbagliato in quegli anni contribuendo alla diffusione di video, musiche e proclami molto pericolosi. L’ho fatto per entusiasmo ed ingenuità. Adesso sono più equilibrato come persona - ha concluso - con la mia religione, con i miei vicini e con i colleghi di lavoro. So che non andava bene quello che ho fatto prima. Vivo con i miei genitori in affitto". Tuttavia adesso rischia di essere trasferito in un circuito di massima sicurezza.

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