Uccise 3 persone a picconate, per altri due tentati omicidi chiesti 8 anni per Kabobo

Il ghanese, già condannato a 20 anni in Appello per i tre omicidi, aveva tentato di uccidere altre due persone, ferite leggermente. Il pm ha chiesto 8 anni di reclusione e 3 anni di casa di cura

Adam Mada Kabobo in aula durante il processo d'Appello che ha confermato la condanna a 20 anni

Adam Mada Kabobo in aula durante il processo d'Appello che ha confermato la condanna a 20 anni

Milano, 10 febbraio 2015  - Dopo la condanna a 20 anni confermata in Appello, Adam Mada Kabobo rischia una nuova condanna. Questa volta si tratta di due tentati omicidi risalenti alla stessa mattina di sangue dell'11 maggio 2013. Il pm di Milano Isidoro Palma ha chiesto una condanna a 8 anni di reclusione e 3 anni di casa di cura per il ghanese, processato con il rito abbreviato richiesto dalla difesa e accolto dal gup Simion, per i due tentati omicidi. L'uomo, presente in aula all'udienza, aggredì due passanti che riuscirono a salvarsi dalla sua furia.

Il primo, Andrea Carfora di 24 anni, fu colpito a un braccio con una spranga di ferro, mentre tornava a casa dopo il turno in un supermercato. Il secondo, Francesco Niro, operaio 50enne, fu ferito alla testa. Entrambi si recarono in ospedale senza avvertire il 118. Dopo aver colpito i due passanti Kabobo, nel giro di tre quarti d'ora massacrò a picconate Daniele Carella, Alessandro Carolè e il pensionato Ermanno Masini, che ebbero la sfortuna di incrociare la sua strada. Una sesta persona, Antonio Arisco, imbianchino di 56 anni, riuscì a infilarsi nel portone di casa, appena visto sopraggiungere il malintenzionato.

Lo scorso 20 gennaio la seconda Corte d'Appello di Milano aveva confermato la condanna a 20 anni di carcere e a 3 anni di casa di cura inflitta in primo grado per i tre omicidi. Nei confronti dell'immigrato era stata riconosciuta la semi-infermità mentale sulla base di una perizia psichiatrica. Nell'udienza per il duplice tentato omicidio è stata respinta invece la richiesta di integrazione della perizia psichiatrica, presentata dall'avvocato Benedetto Ciccarone, per approfondire «la capacità dell'uomo di agire indipendentemente» dalle allucinazioni uditive che gli avrebbero 'suggerito' di uccidere. Sono state acquisite, inoltre, alcune osservazioni di un consulente della difesa sulla capacità di intendere e di volere dell'imputato. Il processo, davanti al gup Alessandra Simion, è stato rinviato al prossimo 27 marzo.

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