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Johnny Dorelli mette all’asta falsa scultura di Melotti senza saperlo, assolto dai giudici a Milano. Ma la Procura fa ricorso

Per il tribunale “non può dirsi raggiunta la prova incontrovertibile dell'elemento psicologico”, cioè del dolo. Nell'interrogatorio il cantante, oggi 86enne, ha spiegato di “non essere conoscitore delle tecniche dell'artista”

Johnny Dorelli

Milano,19 ottobre 2023 – Ha messo in vendita all'asta una scultura contraffatta dell'artista Fausto Melotti, ma senza sapere che era un falso. Con la motivazione che “il fatto non costituisce reato”, il Tribunale di Milano ha assolto Johnny Dorelli dall'accusa di aver violato il Codice dei beni culturali, e gli ha restituito l'opera, come si legge oggi sul Corriere del Sera. Una restituzione contro la quale ora ricorre la Procura di Milano, insistendo in Appello in particolare per la confisca della scultura.

La vicenda

Ma facciamo un passo indietro. L’opera al centro della vicenda giudiziaria è ‘Tre tempi’, archiviata dagli anni 70 dalla Galleria Marlborough come realizzata dall'artista trentino morto nel 1986. Secondo la ricostruzione del quotidiano, tra il 2017 e il 2018, Dorelli per metterla in commercio la portò da Christiès a Milano che contattò la Fondazione di riferimento dell'artista che disconobbe l'opera per una anomalia nella punzonatura di firma dell'artista. Sulla base del catalogo risultava provenire dalla Galleria San Luca di Bologna (che non esiste più) e dove Gloria Guida (moglie di Dorelli) testimoniò di averla comprata negli anni '80.

La testimonianza del cantante

A sua volta Dorelli, oggi 86enne, nell'interrogatorio ha spiegato di “non essere conoscitore delle tecniche dell'artista” e ha aggiunto che la scultura era stata fatta restaurare a uno specialista che in aula ha confermato di non essersi accorto della falsità dell'opera.

La sentenza

Per il giudice "non può dirsi raggiunta la prova incontrovertibile dell'elemento psicologico”, cioè del dolo ma il ricorso della Procura contesta alla sentenza di non avere disposto “la confisca obbligatoria per impedire la circolazione di opere d'arte contraffatte ma vendute come autentiche, che avrebbe come conseguenza anche il grave pregiudizio al mercato delle opere d'arte che già di per sé presenta problematiche di tracciabilità”.