"Io, commissario perché imparziale. Non ho nessun parente in università"

La difesa della virostar Galli a processo sul presunto concorso pilotato in Statale

"Io, commissario perché imparziale. Non ho nessun parente in università"

"Io, commissario perché imparziale. Non ho nessun parente in università"

"Venivo chiamato spesso come commissario ai concorsi perché avevo fama di essere imparziale", al di sopra di ogni sospetto di "favoritismo in quanto non avevo parenti in università. Nessun professore universitario tra me e Adamo ed Eva!". L’infettivologo Massimo Galli s’è difeso ieri tribunale a Milano dov’è imputato al processo su un filone d’indagine per presunti concorsi pilotati alla facoltà di Medicina della Statale, dove il professore, già primario all’ospedale Sacco, era docente prima di andare in pensione nel 2021.

Per un paio d’ore l’ex virostar che spopolava a reti unificate durante la pandemia ha replicato alle ipotesi dell’accusa sul concorso dell’aprile 2020, in piena emergenza pandemica, che ha portato Agostino Riva, suo stretto collaboratore allora e oggi coimputato, a ottenere il posto di professore di seconda fascia in Malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente."Stava nella logica delle cose che Riva si presentasse al quel concorso", ha spiegato Galli contestualizzando quel bando con la necessità di tamponare "un notevole buco nella gestione del gruppo di ricerca" e assicurando di non aver pilotato, favorito qualcuno o esercitato "pressioni". E aggiungendo che la domanda dell’infettivologo Massimo Puoti, primario al Niguarda e professore in Bicocca, gli giungesse inaspettata in quanto "si sapeva che era interessato al concorso di Napoli".

Al pm Carlo Scalas, che gli chiedeva conto di alcune telefonate, ha negato d’aver voluto precostituire i criteri del bando, aggiungendo che per i punteggi in genere conti più "l’originalità" del lavoro rispetto all’importanza della testata scientifica. "In genere questi concorsi vengono indetti nel rispetto dello sviluppo accademico, in cui ognuno porta avanti la sua scuola", ha aggiunto Galli spiegando come fosse "normale conoscere bene entrambi i candidati, in una comunità di poche persone". Ha confermato una telefonata con Riva durante una riunione della commissione: "Volevo essere certo che avesse rispettato il bando. Un indicatore della mia buona fede: non mi ricordavo se ne avesse presentati 12 o 16". Una frase fu cancellata dal verbale, ha aggiunto, su richiesta "della segreteria dell’università. Pare che fosse una necessità ineluttabile per portare avanti il concorso".