La lotta degli inquilini per essere ascoltati: "Ci serve una mano in più dal Governo"

La nomina del superperito di parte verrà depositata oggi, l’urgenza è quella di riuscire ad entrare subito nell’appartamento al 15esimo piano

Le famiglie davanti allo scheletro della Torre bruciata in via Antonini

Le famiglie davanti allo scheletro della Torre bruciata in via Antonini

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Milano - A distanza di una settimana esatta dal rogo che ha distrutto il grattacielo di diciotto piani di via Antonini, quartiere Vigentino, si mette qualche primo punto fermo. I vigili del Fuoco hanno depositato una parziale relazione, alla quale andranno aggiunti gli esiti di alcune determinanti perizie tecniche. Da Roma, per supportare le indagini, sono arrivati anche gli specialisti del Nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco che affiancheranno gli altri vigili e i periti. A guidare i tecnici anche l’ingegner Massimo Bardazza, l’esperto di fuochi e incendi che ha dipanato la matassa di casi celebri, come la strage di Linate.

Bardazza non si sbilancia prima di essere entrato nel palazzo, la sua nomina sarà depositata solo stamattina. "Prima di poter esprimere qualunque opinione devo entrare in quell’appartamento", dice Bardazza. Il rogo, secondo i filmati delle videocamere e quelli degli inquilini che hanno filmato le fiamme, proveniva dal 15esimo piano. É da accertare se il fuoco sia partito dall’esterno, il terrazzino, o dall’interno dell’appartamento, che era vuoto dal mese di giugno, da quando cioè il proprietario si era trasferito in Sicilia. Bardazza crede molto poco ai fenomeni di auto-combustione, se è partito da un punto preciso è ovviamente da lì che bisogna partire per capire cosa non andava. Qualche impianto difettoso? Un’ipotesi su cosa possa aver innescato l’incendio sarà certamente avanzata anche dal Nucleo investigativo dei vigili del fuoco nella relazione conclusiva che depositeranno sul tavolo del procuratoe aggiunto Tiziana Siciliano e del pm Marina Petruzzella che coordinano le indagini.

Certo è che l’incendio è stato di tali dimensioni che, per gli esperti, deve essere stato innescato da una forte scintilla, come ad esempio da un cortocircuito e ad alimentarlo sicuramente l’aria fra le pareti, ma anche l’impianto del gas. Intanto ieri si sono fatti sentire anche i residenti, tramite il loro portavoce. "Tutte le istituzioni stanno lavorando bene, ci mancava un’istituzione parlamentare e oggi l’abbiamo. Vi assicuro che Comune e Regione stanno lavorando per trovarci delle soluzioni, ma abbiamo bisogno anche del Governo centrale". Ha detto uno dei portavoce della torre dei Mori, Mirko Berti, al termine dell’incontro con il leader della Lega Matteo Salvini, andato sul posto per un sopralluogo. A Salvini "abbiamo consegnato un documento e, se ci dà una mano, siamo tutti contenti", ha spiegato Berti.

"È proprio un tema di competenze - ha aggiunto un altro dei residenti, l’avvocato Roberto Panetta - l’intervento che abbiamo chiesto attraverso Salvini è di farsi ambasciatore delle nostre richieste a Roma. Comune e Regione stanno lavorando per trovare delle soluzioni, ma abbiamo bisogno anche del governo centrale".  

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