Incontri al lavoro su Green Pass e tamponi rapidi

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"Nei prossimi giorni daremo indicazioni ai lavoratori anche con assemblee e proveremo a contattare le aziende per capire come intendono gestire la fase di controllo del Green Pass e l’ipotesi tamponi per chi non è vaccinato. Era giusto che il Governo prendesse una posizione su questo tema, ma ora ci sono molti aspetti che vanno chiariti".

All’indomani del decreto del Governo che rende obbligatorio il green pass per tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati, Roberta Turi (nella foto), segretaria generale della Fiom Cgil di Milano, si prepara a incontrare delegati sindacali e lavoratori. Il provvedimento entrerà in vigore il 15 ottobre, ci sono ancora quattro settimane per chiarire i dubbi che restano. "E’ un po’ un’ipocrisia - aggiunge Turi - dal momento non si sta imponendo un vero e proprio obbligo vaccinale, hanno imposto l’obbligo del Green Pass per incentivare la campagna di vaccinazione lasciando intendere una sorta di presunzione di libertà. I lavoratori non vaccinati sono confusi, c’è la sanzione amministrativa, la sospensione della retribuzione e in alternativa il tampone, ma chi lo paga? Noi abbiamo ribadito che devono essere gratuiti, le persone non possono pagare per lavorare: perché di questo si tratta. Le aziende invece dovranno individuare una persona che controllerà la certificazione verde".

È ancora presto per le reazioni da parte delle aziende, molte delle quale in smart working, ma l’autunno sindacale avrà sicuramente tra le priorità dare risposte e trovare soluzione a tutela del lavoro e della salute di tutti, "come abbiamo fatto nelle scorse settimane sulle mense aziendali, chi non poteva accedere ha avuto diritto ad un pasto alternativo o uno spazio dove consumare il pranzo".

Ro.Ramp.

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