
Il bus Atm dopo l'incidente
Milano - Chiuse le indagini, in vista della richiesta di processo, per l'autista del filobus che, il 7 dicembre 2019 nel capoluogo lombardo, dopo essere passato col rosso si scontrò con un mezzo della raccolta dei rifiuti. Un drammatico incidente nel quale rimasero coinvolte in totale 18 persone, di cui 12 vennero portate in ospedale e tra loro anche una donna filippina di 49 anni, Shirley Ortega, che morì il giorno dopo. L'avviso di conclusione delle indagini da parte della Priocura di Milano con le accuse di omicidio stradale aggravato e lesioni colpose è stato notificato, nell'inchiesta del pm Rosaria Stagnaro passata anche per una consulenza tecnica per ricostruire l'accaduto, all'autista di 29 anni.
"Non ero al telefono, non ero distratto da nulla, ma ho avuto un mancamento e mi si è offuscata la vista", aveva detto, in sostanza, il giovane, difeso dal legale Salvatore Leotta, quando era stato interrogato. Tutti i complessi accertamenti che sono stati effettuati, comprese anche le analisi delle telecamere che hanno ripreso l'incidente, non hanno permesso di stabilire con certezza per quale ragione l'autista passò col rosso, quel mattino alle 8.09, all'incrocio tra viale Bezzi e via Marostica. Era stato iscritto come indagato anche l'autista del mezzo per la raccolta rifiuti, ma la sua posizione, dopo gli accertamenti, è stata stralciata in vista di una probabile richiesta di archiviazione.
La Procura nelle indagini aveva disposto una consulenza cinematica e meccanica sull'incidente, affidata ad esperti e che è servita a ricostruire l'esatta dinamica dello scontro, le velocità dei due mezzi e i profili meccanici dei mezzi stessi. Il terribile incidente era stato ripreso, tra l'altro, pure da una telecamera privata di un palazzo nelle vicinanze. Il video mostrava, così come quello della telecamera interna del mezzo, che l'autista del bus dell'Atm (azienda trasporti milanesi), accusato di omicidio stradale aggravato e lesioni colpose e che procedeva a velocità elevata, non si è fermato al semaforo rosso e per questo il filobus è andato a schiantarsi contro il camion che, invece, avanzava con il verde. Già nel primo interrogatorio non era stata contestata all'autista la circostanza di aver usato il cellulare quando era alla guida. "Quando è salito a bordo sembrava come infastidito da qualcosa e poco dopo la partenza si è subito messo al telefono", aveva raccontato, una passeggera, poi sentita come teste dal pm e dagli investigatori della Polizia Locale. Le indagini, però, non hanno concluso per l'ipotesi che fosse al cellulare in quel momento.