Rozzano, esplode una bombola nella baracca: donna morta tra le fiamme

Incendio in uno dei rifugi di fortuna nel boschetto ai bordi di via Pavese, un’altra donna ricoverata in gravi condizioni a Niguarda

Rogo nelle baracche a Rozzano: muore una donna, un'altra in fin di vita

Rogo nelle baracche a Rozzano: muore una donna, un'altra in fin di vita

Rozzano (Milano) - È pesante il bilancio dell’ultimo dramma, figlio del disagio sociale: una persona è morta e una donna di 52 anni è in gravi condizioni a causa dell’esplosione di una bombola di gas con la quale avevano acceso una stufa per scaldarsi.

I due vivevano in una baracca nascosta in un boschetto fra via Pavese (il tratto urbano della ex Ss 35 dei Giovi) e il Naviglio. Dall’altra parte il Parco 1 di Rozzano che porta al Municipio.

Due fra i tanti fantasmi che popolano anfratti, boschetti, ponti che la notte smettono di essere invisibili e tornano a farsi vedere. La vittima, che sarebbe deceduta per le ustioni riportate, potrebbe essere una donna, ma ancora non è stato possibile risalire alle sue generalità.

La 52enne rimasta ustionata è stata invece trasportata all’ospedale Niguarda, al centro grandi ustionati ma non sarebbe in pericolo di vita.

Vivevano in una capanna realizzata con materiali di fortuna recuperati nelle discariche e all’interno del rifugio, secondo i vigili del fuoco, almeno sei bombole del gas: una è esplosa incendiando tutto.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco della caserma di Pieve Emanuele, carabinieri, polizia locale e due ambulanze con auto medica al seguito. Per consentire le operazioni di soccorso è stato necessario chiudere la Pavese in entrambe i sensi di marcia.

La zona è stata interdetta e sono in corso ricerche per stabilire se nello stesso boschetto vi siano altre baracche.

Nel Rozzanese ma un po’ in tutta la periferia vivono centinaia se non migliaia di fantasmi: apolidi, in prevalenza stranieri provenienti da Romania e Maghreb. In una baracca lungo il Lambro meridionale pochi mesi fa venne rinvenuto un uomo di origine cinese semi assiderato: nella sua capanna di fortuna c’erano nutrie e carpe essiccate con le quali si nutriva.

In quella baracca pare vivessero in due forse tre persone. Dopo l’intervento delle forze dell’ordine sono spariti, ma probabilmente solo per trasferirsi in un altro rifugio di fortuna.

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