In Lombardia 527 casi prima del "paziente 1"

Quando fu accertato il primo caso di Coronavirus al di fuori della Cina, il 20 febbraio 2020 a Codogno (nella foto, Mattia Maestri), in realtà il virus già era presente in Lombardia. Uno studio fatto da Danilo Cereda, dell’Unità Organizzativa Prevenzione-Malattie infettive della Regione Lombardia e da infettivologi e virologi di Ats, Ircss, Asst che sarà pubblicato su ‘Epidemics - The Journal on Infectious Disease Dynamics’, ha mostrato che c’erano 527 casi di persone con sintomi di età compresa fra 57 e 78 anni, di cui 39 sanitari.

Il Covid "circolava già almeno in 222 dei 1.506 Comuni lombardi", cioè nel 14,7%. L’intervallo seriale (il tempo di trasmissione) era di 6,6 giorni mentre il numero di riproduzione (R0) passava da un 2,6 a Pavia al 3.3 di Milano. Il motivo per cui il sistema sanitario si è trovato sotto pressione è "radicato nell’alta trasmissibilità dell’infezione e nella diffusa e silente trasmissione del patogeno avvenuta fra gennaio e metà febbraio". Una volta scoperto il primo caso, si è evidenziato un "trend in diminuzione" nel numero di riproduzione, segno della maggiore attenzione delle persone e conseguenza delle prime misure fino al lockdown dell’8 marzo. Il metodo seguito è stato quello di analizzare i registri ufficiali dei casi avvenuti in Lombardia durante la prima fase dell’epidemia.

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