
di Roberta Rampini
"I pazienti con lesioni al midollo spinale hanno bisogno di cure e un approccio medico differente. I reparti ospedalieri non sono capaci di gestirci. Prima avevamo l’Unità spinale all’ospedale di Passirana come punto di riferimento per l’hinterland milanese, da quattro anni siamo rimasti orfani e le liste d’attesa al Niguarda di Milano per visite e ricoveri sono lunghissime".
Doriana Lualdi, 48 anni, tetraplegica da 24 in seguito a un incidente stradale, è presidente dell’associazione “Passi e ruote“ composta da ex pazienti mielolesi dell’ospedale di Passirana di Rho. L’associazione ha avviato una raccolta di firme sulla piattaforma change.org per chiedere la riapertura del reparto di Unità Spinale, fino al 2017 uno dei fiori all’occhiello della sanità, non solo della città. "Nel mese di maggio del 2020 è stata approvata una mozione per la tutela delle persone con lesioni midollari in Lombardia – si legge nel testo – chiediamo al presidente Attilio Fontana di far rispettare l’emendamento firmato per la riapertura dell’unità spinale dell’ospedale Casati di Passirana. La chiusura del reparto ha lasciato molti pazienti senza un punto di riferimento, gravando sull’ospedale Niguarda di Milano, su cui si sono riversati i pazienti aumentando le liste d’attesa. Dopo mesi e mesi molte persone stanno ancora aspettando di essere ricoverati".
È il caso di Patrizia Colombo di Busto Arsizio, tetraplegica, dal 2016 in lista per un ricovero al Niguarda di Milano: "L’ospedale milanese è rimasto l’unico hub di riferimento, quindi è in affanno, mancano spazi e personale – spiega – inoltre a Passirana, oltre alla parte medica e riabilitativa, c’erano gli assistenti sociali ai quali riferirsi per i nostri bisogni specifici. Oggi, per esempio, se ho bisogno di un ausilio per l’uso del pc, non so a chi rivolgermi". Da qui la richiesta che, come indicato in una mozione approvata all’unanimità dal consiglio regionale, Passirana diventi un presidio periferico (stoke) di Niguarda per la cura dei pazienti mielolesi.