ROBERTA RAMPINI
Cronaca

In cella il “padre padrone“. Alert partito dalla scuola: "Grazie per avermi fermato"

Pogliano Milanese, anni di maltrattamenti contro la moglie e i bambini. Le indagini della polizia locale: umiliazioni anche davanti agli insegnanti.

Violento in casa, da anni. Calci e pugni, insulti e parolacce contro la moglie e i figli minori. Bisognava fare esattamente come diceva lui, non si poteva contraddirlo. Violento anche a scuola. Quando si recava ai colloqui o alle riunioni con gli insegnanti e la preside aveva spesso atteggiamenti arroganti e aggressivi. Impediva alla moglie di parlare, la lasciava in piedi, voltandole le spalle e umiliandola. La donna, in tutti questi anni, lo aveva sempre giustificato, aveva minimizzato il suo comportamento e non aveva mai trovato il coraggio di denunciare. Gli insegnanti, invece, non sono stati zitti. Le indagini sull’ennesimo marito violento sono iniziate proprio dalla segnalazione fatta dalla scuola frequentata dai figli. Gli agenti della polizia locale hanno ricostruito un quadro drammatico di violenza fisica e psicologica. Martedì sera l’epilogo.

Gli agenti della polizia locale di Nerviano-Pogliano in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano hanno arrestato un 50enne italiano accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni, con l’aggravante di aver commesso i fatti anche nei confronti della figlia, alla presenza di altri minori. Nel fascicolo d’inchiesta sono finite le testimonianze della moglie, dei figli e di alcuni testimoni. Dai loro racconti è emerso che in occasione di alcuni litigi violenti i figli spaventati avevano chiesto l’intervento del 112 ma quando le forze dell’ordine si presentavano nel loro appartamento la moglie raccontava agli operatori che si trattava di banale lite familiare. Non era così. In casa si respirava un’aria di terrore.

Per alcuni giorni gli agenti hanno organizzato servizi di pattugliamento nelle vicinanze dell’abitazione della famiglia e monitorato le presenze dei figli a scuola e della moglie sul posto di lavoro. Hanno ricostruito anni di maltrattamenti e il giudice per le indagini preliminari ha emesso il provvedimento restrittivo. Martedì sera l’uomo è stato arrestato, ora si trova nel carcere milanese di San Vittore. "Ciò che mi ha colpito è stata un’affermazione dell’uomo prima di essere accompagnato in carcere - spiega il comandante della polizia locale, Stefano Palmeri -. Dopo aver letto le motivazioni dell’ordinanza, e quindi le dichiarazioni rese dalla moglie e dai figli, mi ha preso la mano e mi ha detto: “grazie, grazie per avermi fermato, probabilmente qualcosa mi è sfuggita di mano“".