Morte Imane Fadil, famiglia si oppone all'archiviazione

L'inchiesta, per omicidio volontario, aveva concluso che la morte fosse avvenuta per una malattia rara

Imane Fadil

Imane Fadil

Milano, 18 ottobre 2019 - L'avvocato Mirko Mazzali, legale della famiglia di Imane Fadil, ha depositato stamane l' istanza di opposizione all'archiviazione chiesta dalla Procura dell'inchiesta aperta dopo la morte della testimone del processo Ruby. L'inchiesta, per omicidio volontario, aveva concluso che la morte fosse avvenuta per una malattia rara. Si tratta dell'ultimo capitolo della lunga vicenda della morte dell'ex modella, deceduta lo scorso 1 marzo in ospedale dopo un mese di agonia. Inizialmente la procura milanese aveva ipotizzato che si trattasse di un decesso per avvelenamento, successivamente agli esiti dell'autopsia ha chiesto invece l'archiviazione dato che gli accertamenti medici hanno riscontrato che si tratta di una morte per cause naturali. Un esito che sembra non convincere i familiari della giovane. 

Secondo i familiari di Imane Fadil, i pubblici ministeri che hanno chiesto di archiviare l'inchiesta "non analizzano l'elemento ritardo della diagnosi in relazione alla possibilità di un'efficace cura della malattia che ha causato la morte della paziente". Nel documento di opposizione all'archiviazione, l'avvocato Mirko Mazzali riporta le conclusioni dei consulenti della famiglia, il medico legale Michelangelo Casati e l'ematologo Luciano Isa, "che evidenzia che un'anticipata disponibilità del dato di istologia midollare avrebbe consentito, qualora correttamente interpretato, l'avvio dell'opportuna terapia immunosoppressiva in una fase ancora lontana da una condizione clinica di vero e proprio end stage"

 

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