Il trauma che non passa "Rivedere i sistemi di reclutamento"

Il trauma che non passa  "Rivedere i sistemi  di reclutamento"

Il trauma che non passa "Rivedere i sistemi di reclutamento"

di Marianna Vazzana

"Un insegnante d’asilo arrestato con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di bambini. In una città come Milano, in una scuola del Comune. Quale controllo viene svolto sui servizi?". A domandarselo è la mamma di un bimbo che in passato frequentava una scuola comunale finita nella bufera per abusi sui piccoli: botte, strattoni, insulti. E ora ogni notizia che riguarda violenze e maltrattamenti sui piccoli riapre una ferita.

Che cosa ci vorrebbe, secondo lei?

"Io penso, visto che queste situazioni purtroppo si ripetono, che il Comune dovrebbe rassicurare le famiglie milanesi spiegando quali siano le azioni che mette in atto per prevenire fatti del genere, che mai dovrebbero verificarsi. Penso a incontri periodici con i genitori organizzati dal Comune per ricostruire la fiducia visto che il servizio è erogato dall’ente. Le scuole dell’Infanzia sono infatti gestite direttamente da Palazzo Marino, a differenza di quanto avviene nelle altre città o in provincia in cui le scuole sono statali; il rapporto potrebbe essere più diretto, più vicino".

Ha delle criticità da evidenziare, sul servizio?

"L’impressione che ho avuto è che i servizi siano basati sulla quantità più che sulla qualità. Ci sono pochi educatori rispetto al numero di bambini".

Pensa sia da prendere in considerazione la posa di telecamere?

"No. Prima di pensare alle telecamere, che sarebbero “il deterrente ultimo“, bisogna piuttosto che a monte ci sia una supervisione pedagogica, una progettualità del servizio. E c’è bisogno anche di rivedere i sistemi di reclutamento del personale. Sicuramente i criteri saranno stati aggiornati, adesso, ma mi è capitato di avere a che fare con maestre che erano entrate a insegnare negli asili decenni prima, con vecchi concorsi. Ora mi domando: questo educatore arrestato con l’accusa di violenza sessuale, com’è arrivato a insegnare in un asilo? Da chi è stato dato il nulla osta e su quale base? La supervisione implica anche che ci siano colloqui periodici di tipo psicologico con gli insegnanti, per poter cogliere eventuali campanelli d’allarme ma anche per scambiare buone pratiche di lavoro tra colleghi. In generale, io credo che un fatto del genere debba essere l’occasione per ripensare a tutti i servizi comunali dedicati all’infanzia".

Il suo augurio ai piccoli abusati?

"Che possano ritrovare presto serenità e che trovino adulti in grado di accompagnare questo delicato momento di rielaborazione".

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