
Il giro di spaccio tra Cornaredo e Settimo Milanese. Le partite di coca e hashish acquistate all’ingrosso e smerciate al...
Il giro di spaccio tra Cornaredo e Settimo Milanese. Le partite di coca e hashish acquistate all’ingrosso e smerciate al dettaglio dai "cavallini" di strada. Un traffico ricostruito in più tranche dai carabinieri, che nei giorni scorsi hanno arrestato il trentasettenne Davide Silvano Carniti, il padre sessantaseienne Roberto, il trentenne marocchino Mohamed Amaoui e il quarantaduenne albanese Albert Gjerkaj; i primi tre sono finiti in carcere, mentre il quarto è stato messo ai domiciliari nella sua abitazione di Settimo.
Secondo gli atti riassunti nell’ordinanza emessa dal gip Anna Calabi, l’analisi delle chat tra gli indagati, passate al setaccio dagli investigatori dell’Arma, "ha permesso di ricostruire l’esistenza di un intenso giro di sostanza stupefacente", la cui disponibilità "era continua e veniva proposta dai fornitori Amaoui e Gjerjaj" a Carniti junior, "che operava in concorso" con il padre.
Negli scambi, il marocchino, "in contatto con canali esteri", offriva "i quantitativi che gli giungevano (nell’ordine di chili) ai due intermediari, trattando a un prezzo competitivo (che di poco si scostava da quello che lui pagava) e in questo modo si garantiva la fiducia dei due clienti". Gli accertamenti hanno consentito ai militari di ricostruire le cifre del dare-avere, tenere in maniera estremamente scrupolosa.
Stando a quanto emerso, i Carniti "svolgono l’attività da lungo tempo (quantomeno dal 2023 ma certamente l’inizio è risalente) e vi si dedicano con incessante impegno diurno e notturno, ben conoscendo quanto sia profittevole". Detto altrimenti: "Hanno dato vita a una vera e propria azienda familiare avente come oggetto sociale il commercio di stupefacente di ogni tipo, con tanto di contabilità aziendale".