
Carlo
Pellegatta*
Il progetto di apertura dei Navigli e la realizzazione di percorsi ciclabili rappresenta un’iniziativa di eccellenza per la Città di Milano. Il progetto rappresenta il recupero delle vie d’acqua che ha caratterizzato Milano in passato. La sua riproposizione rappresenta un momento importante della sua storia e proietta la Grande Milano nel futuro, attraverso la testimonianza di questa importante infrastruttura. Oggi la città si trova a dover affrontare gravi problemi ambientali (inquinamento dovuto alla mobilità su gomma, consumo di combustibili fossili per riscaldamento) e inoltre a gennaio 2021 "Acqua infiltrata nelle gallerie M2, rallentamenti e lunghe attese. La falda ha danneggiato gli impianti. Binari allagati in settimana: Treni a 15 km orari". Credo sia venuto il momento di affiancare a questo importante progetto di riapertura dei Navigli quanto evidenziato nel Progetto Altener II (UE) della Provincia di Milano: “Utilizzo dell’acqua di falda ai fini geotermici”. Si tratta di creare una rete di distribuzione dell’acqua di falda, per trasformare impianti di riscaldamento e climatizzazione con pompe di calore, eliminando l’uso dei combustibili fossili utilizzati dalle caldaie. Soprattutto a sud di Milano, tratti della metropolitana soffrono di potenziali allagamenti. L’uso dell’acqua di falda ne abbasserebbe il livello evitando problemi. Come si collega l’uso del geotermico con i Navigli? Il recapito dell’acqua utilizzata per il geotermico, se scaricata nei Navigli chiude il ciclo naturale delle acque in corsi d’acqua superficiali. Si otterrebbero così tre risultati importanti: a) produzione di energia termica, senza uso di combustibili fossili e quindi riduzione di CO2. b) Abbassamento dei livelli della falda acquifera sotterranea. c) Tutela di un bene importantissimo “ acqua “ rimettendola nel ciclo naturale. Questa ipotesi andrebbe sostenuta in tutti i comuni dell’area metropolitana, soprattutto in quelli dotati di corsi d’acqua superficiali, in modo da diffondere il prelievo dell’acqua di falda e ridurne la soggiacenza. La diffusione di una rete di distribuzione dell’acqua di falda ad uso geotermico garantirebbe un più efficace controllo dei pozzi di emungimento e del recapiti della stessa, nei corsi d’acqua superficiali.* Ingegnere