Il futuro d’Europa fra dubbi, falsi miti e inverno vicino

Riccardo

Riccardi

Europa, anche gli scettici lo ammettono a denti stretti, rappresenta l’ultimo baluardo della civiltà occidentale. Che, se anche in declino, resta il fortino della democrazia. Purtroppo però l’incompiutezza della Comunità sta portando un ideale - nato per mettere fine alle guerre civili fratricide e quindi cercare di unire i popoli sotto una bandiera sovranazionale - all’inaridimento. L’Europa, diciamolo chiaramente, è un Continente “senza europei”, che, inoltre in alcune zone, hanno dimenticato quello che una volta era chiamato l’amor di Patria. Per la quale si era disposti a sacrificare la vita. Che ora si ama soltanto edonisticamente. Cioè il piacere è il fine della azione umana. È l’applicazione della filosofia greca di Epicuro presente nello inconscio collettivo.

Mutatis mutandi si sta perdendo il senso generale del dovere. I diritti sono acquisiti e non vanno conquistati con il sacrificio. Vocabolo svanito nella maggioranza delle masse. L’Eden, dove si pensava che l’economia crescesse illimitatamente, era il Paradiso, ora scomparso. Finito il sogno riappare la dura e fredda realtà, non virtuale, ma quella che presto penetrerà nelle membra intirizzite. Il generale inverno russo, che la Storia ha tramandato invincibile, è alle porte. Assediate. Forse, ma non ne siamo certi, l’Orso sta retrocedendo nella guerra. Il freddo renderà lo Zar vincitore e sconfitto allo stesso tempo. Moriranno Sansone e tutti i filistei. Il tempio della civiltà cristiana, non in senso soltanto religioso, crollerà di fronte alle avanzate afro-asiatiche portatrici di culture millenarie imperiali e di ataviche sottomissioni a schiavitù e povertà. Il mito americano non seduce più. Lo zio Sam, però, mantiene e sviluppa i suoi tentacoli mercantisti per mantenere la supremazia commerciale. Il dollaro ne è l’arma. Cosi come risorse primarie che lo rendono autarchico. Perché autosufficiente.