NICOLA PALMA
Cronaca

Il corteo in centro. Bombe carta e scontri: il blocco nero respinto a Cadorna

Antagonisti e anarchici dall’estero. "Volevano andare in treno a Gallarate". Idranti e lacrimogeni per fermarli. Piantedosi: professionisti del disordine.

Antagonisti e anarchici dall’estero. "Volevano andare in treno a Gallarate". Idranti e lacrimogeni per fermarli. Piantedosi: professionisti del disordine.

Antagonisti e anarchici dall’estero. "Volevano andare in treno a Gallarate". Idranti e lacrimogeni per fermarli. Piantedosi: professionisti del disordine.

All’ora di pranzo, Cadorna è già blindata: una doppia fila di transenne taglia in due il piazzale, circondando il perimetro della fontana centrale. I vigili bloccano le auto in viale Alemagna; e i blindati della polizia sbarrano sull’altro lato via Boccaccio prima di piazza Virgilio. L’idea di partenza degli antagonisti è quella di raggiungere i binari per prendere un treno diretto a Gallarate: lì è andato in scena qualche ora prima al Teatro Condominio il contestato Remigration Summit dei suprematisti bianchi; e la scelta di anticiparlo al mattino è stata fatta proprio per limitare il più possibile problemi di ordine pubblico ed evitare incroci pericolosi (seppur a distanza). I luoghi sono sinistramente sovrapponibili a quelli attraversati dalla violenta protesta anti-Expo del primo maggio 2015, quando alcune centinaia di casseur calati da mezza Europa misero a ferro e fuoco le strade attorno allo scalo ferroviario, bruciando auto e devastando negozi e filiali di banche. Per fortuna, l’epilogo di ieri è decisamente meno allarmante: zero danni e zero feriti, pur in un contesto di scontri con le forze dell’ordine e tentativi di sfondare gli sbarramenti per raggiungere prima la stazione e poi il Palazzo delle Stelline (altro obiettivo sensibile perché sede di un ufficio distaccato del Parlamento europeo).

I primi gruppi di manifestanti si radunano attorno alle 14.30 in largo Cairoli, dietro lo striscione (rinforzato da aste di legno e pannelli di plexiglas) con la scritta "Make Europe Antifa Again": la protesta non è stata preavvisata in Questura, e di conseguenza si può solo immaginare l’ipotetico tragitto da sorvegliare. Con il passare dei minuti, il numero dei manifestanti cresce, fino ad arrivare a circa 600 (meno delle stime della vigilia): ci sono militanti di centri sociali (Zam, Lambretta e T28) e sindacati di base e anarchici di casa nostra (Cuore in Gola e Galipettes) e in trasferta dall’estero, in particolare da Grecia, Francia e Germania. In via Carducci, le prime file si cambiano d’abito, protette da fumogeni rossi e verdi che nascondono movimenti e facce: tute nere, guanti, caschi, passamontagna e occhiali da sole. È il segno che l’avanguardia vuole attaccare subito: sono alcune decine, si muovono compatti come un blocco unico. Un black bloc.

In via Leopardi, scatta il raid organizzato contro poliziotti e carabinieri, con le camionette a saturare i varchi sui marciapiedi: volano decine di bombe carta e bottiglie di vetro. Prima la carica degli agenti in assetto anti-sommossa con scudi e manganelli e poi il prolungato getto dell’idrante a schieramento aperto respingono non senza difficoltà il primo agguato. La replica va in scena poche centinaia di metri più avanti, a due passi dalla basilica di Santa Maria delle Grazie e dalla coda di turisti davanti al Cenacolo Vinciano. I lacrimogeni fanno arretrare il serpentone, che puntava a prendersi corso Magenta avanzando dietro una coltre di nebbia artificiale. Sono i due momenti di massima tensione, che durano una manciata di minuti a testa. Dopo aver superato piazza Giovine Italia e Conciliazione, il gruppone raggiunge Pagano passando per via Alberto da Giussano e via Guido D’Arezzo e si dissolve poco dopo le 17: gli assaltatori entrano in metrò a volto coperto, temendo di essere ripresi dalle telecamere della M1.

"Oggi (ieri, ndr) a Milano i soliti professionisti del disordine, con il pretesto di manifestare contro il Remigration Summit, hanno provocato scontri contro le forze di polizia presenti – il commento su X del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi –. Ai militari feriti ieri a Torino (venerdì durante una rivolta in un Cpr, ndr) e a tutti gli uomini e le donne in divisa va il mio più convinto sostegno. Operano ogni giorno con coraggio e professionalità, anche in contesti estremamente complessi".