Il conto (salato) delle rivolte al Cpr

In tre mesi spesi 178mila euro per la manutenzione del centro e per riparare i danni provocati dagli ospiti

Migration

di Nicola Palma

Interventi per 178mila euro in poco più di tre mesi, di cui 76mila riservati in maniera specifica a riparare i danni provocati dagli ospiti. È il primo bilancio, in termini meramente economici, del Cpr di via Corelli, il centro di permanenza per il rimpatrio aperto lo scorso 28 settembre nello stabile demaniale utilizzato fino al 2013 come Centro di identificazione ed espulsione (Cie) e poi riconvertito in centro d’accoglienza straordinario (Cas) nella fase più calda dell’emergenza profughi.

A pesare sui numeri, che il Giorno ha aggregato consultando gli importi pubblicati quotidianamente sul portale della Prefettura, sono state soprattutto le rivolte che si sono succedute tra ottobre, novembre e dicembre, sempre alla vigilia dei trasferimenti all’aeroporto di Malpensa per il rientro in patria. La prima è andata in scena il pomeriggio del 12 ottobre 2020, quando una trentina di migranti aveva devastato alcuni settori della struttura (estintori svuotati, vetri rotti e lavandini spaccati); in due erano pure riusciti a scappare, mentre altri due erano stati subito ripresi dalla polizia. Nei giorni successivi, tra il 20 e il 26 ottobre, sono stati disposti sei affidamenti diretti ad altrettante aziende per lavori all’interno del Cpr: dalla fornitura e posa di vetri, serrature e grate metalliche (3.059,5 euro) alla pulizia e tinteggiatura del blocco C (5mila euro), dalla fornitura di tre divisori in plexiglas (440 euro) all’adeguamento degli impianti di rilevazione fumi e sgancio porte (6.474,27 euro); senza dimenticare la manutenzione straordinaria di cancelli perimetrali (1.515 euro) e serrature (423,93 euro).

Altri interventi sono stati messi in campo tra la fine di ottobre e la terza settimana di novembre: 1.375 euro per il ripristino di serrature, vetri e protezioni porte; 421,36 euro per la sostituzione dei sensori di rilevamento fumo; 1.263,5 euro per la manutenzione straordinaria dell’impianto idrico-sanitario. Il 20 novembre, si è verificata la seconda violenta protesta, innescata dall’esplosione di petardi verosimilmente lanciati dall’esterno: in tre (poi arrestati per danneggiamento aggravato) si erano arrampicati sui cancelli dei cortili esterni, riuscendo a raggiungere il tetto e a sfondare la barriera anti-scavalcamento in plexiglas, mentre gli altri ospiti avevano oscurato le telecamere di videosorveglianza per poi accanirsi sugli unici due settori (A e B) rimasti agibili dopo i danneggiamenti del mese precedente, staccando i rubinetti dei bagni e utilizzandoli per distruggere le finestre della sala mensa e la porta d’ingresso del settore A. A seguito di quella rivolta, è stato necessario rimettere nuovamente mano al centro per riparare quanto danneggiato: tra il primo e il 15 dicembre, sono stati affidati altri quattro interventi per "implementazione struttura porte interne" (2.650 euro), "manutenzione straordinaria post incendio Cpr - settori A e B" (29.332,8 euro), "interventi ripristino strutturale edimpiantistico settori A e B" (35.987 euro) e "sistemazione dei dispositivi antincendio danneggiati dall’incendio nei settori A e B" (5.361,38 euro). Il 2020 si è chiuso con altri due affidamenti minori: 936 euro per i materassi e 1.320 per la fornitura tv.

E passiamo al 2021. Oltre alla modifica dell’impianto anti-intrusione, che costerà 7mila euro, sono stati disposti lavori di manutenzione ordinaria per un ammontare complessivo vicino ai 60mila euro: 18.850 euro per l’impianto di videosorveglianza, 22mila per "impianti termici, sanitari, anti-incendio e raffrescamento" e 18.500 per gli impianti elettrici. Sperando che non ci siano altri danneggiamenti e che non si debba ricominciare ogni volta daccapo.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro