NICOLA PALMA
Cronaca

Il condominio contro l’antenna Iliad: "È vicinissima a un parco giochi". Il Tar: le emissioni sono nella norma

Respinto il ricorso dei residenti contro la stazione radio. I giudici: non conta la distanza dai luoghi

Il condominio contro l’antenna Iliad: "È vicinissima a un parco giochi". Il Tar: le emissioni sono nella norma

Il condominio contro l’antenna Iliad: "È vicinissima a un parco giochi". Il Tar: le emissioni sono nella norma

Milano – Un condominio di periferia contro un colosso delle telecomunicazioni. I residenti del complesso "Giardini Verro" contro la compagnia telefonica Iliad Italia, filiale nostrana del gruppo francese da 927 milioni di fatturato nel 2022. La battaglia legale ruota attorno a una stazione radio base, e in primo grado ha visto la vittoria della spa contro i cittadini: per i giudici del Tribunale amministrativo, tutte le regole sono state rispettate nell’installazione della cosiddetta "Srb". La vicenda inizia l’11 ottobre 2019, quando il Comune autorizza Iliad a montare e utilizzare l’antenna con potenza superiore a 20 watt in via Virgilio Ferrari, in zona Vigentino. In sostanza, quell’apparecchiatura serve a dare il "campo" ai cellulari degli utenti, coprendo una determinata area geografica.

I residenti del condominio di via Zanetto Bugatto 6, impugnano il provvedimento di Palazzo Marino, sostenendo che la stazione base si trovi troppo vicina a un parco giochi "formato da un’area per bambini, da un campo da calcetto e da uno per la pallacanestro". La richiesta di sospensiva cautelare viene bocciata il 23 giugno 2020 "per insussistenza del fumus del ricorso". Ora siamo arrivati alla decisione di merito, che ha confermato quella precedente. I cittadini hanno contestato la presunta violazione di una serie di norme statali e regionali: dall’articolo 87 del Codice delle comunicazioni elettroniche all’articolo 31 del Testo unico dell’edilizia, fino all’articolo 4 della legge regionale numero 11 del 2001. Partiamo da quest’ultima norma, che per i residenti vieta l’installazione di impianti per le telecomunicazioni in corrispondenza dei parchi-gioco, "salvo che la potenza dell’impianto non sia superiore a 7 watt". In questo scenario, hanno argomentato i cittadini, l’amministrazione e Arpa, che hanno rilasciato parere favorevole, "non avrebbero effettuato le verifiche necessarie e avrebbero così consentito l’installazione della Srb di cui è causa in palese spregio della normativa".

Peccato che quella norma sia stata dichiarata incostituzionale dalla Consulta con sentenza emessa nel 2003, proprio nella parte in cui introduceva una distanza minima di 75 metri degli impianti dai siti sensibili. In quel pronunciamento, i giudici hanno premesso che la previsione di un limite minimo di distanza "configura un divieto di localizzazione che potrebbe pregiudicare la realizzazione di una reta completa di infrastrutture" e ricordato che il legislatore statale ha scelto il criterio dei "limiti di immissione delle irradiazioni nei luoghi particolarmente protetti" per far fronte alle esigenze di protezione ambientale e sanitaria. Di conseguenza, contano solo le emissioni elettromagnetiche legate all’attivazione dell’impianto, che per Arpa non determinano il superamento dei limiti previsti dalla normativa statale. I giudici hanno respinto anche i motivi legati alle verifiche di tipo edilizio e paesaggistico, nonché quello sulla rappresentazione dello stato dei luoghi da parte di Iliad. Conclusione: istanza bocciata in toto.