Il comitato contro il progetto esulta: le nostre ragioni sono state accolte

È il secondo successo ottenuto dagli attivisti che contestano l’impatto dell’impianto sul territorio

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"È davvero un’ottima notizia per noi che siamo contrari alla vasca di laminazione. La seconda sentenza di Cassazione è nuovamente favorevole ai cittadini di via Papa Giovanni XXIII: e anche in modo pittosto deciso": sono queste le prime parole degli attivisti del Comitato “No Vasca“, che da anni si oppongono alla realizzazione dell’invaso artificiale da 250mila metri cubi nel Parco Nord Milano e a meno di 100 metri dalle finestre del Supercondominio di via Papa Giovanni XXIII, al civico 43.

In queste ore si respire la stessa soddisfazione dell’agosto del 2019, quando sempre gli Ermellini diedero loro ragione, annullando la prima sentenza del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, riaprendo l’iter amministrativo sulla "Via", la Valutazione di impatto ambientale, tuttora in corso e con sentenza prevista a settembre. "Siamo contenti perché la Cassazione ci riconosce non solo l’interesse a ricorrere contro la vasca ma anche la legittimazione ad agire sulla perizia dai noi effettuata sui rischi nei confronti della nostra salute. – spiega Matilde Minella, portavoce dei “No Vasca“ –. La cosa molto importante sta nel fatto che il rischio sulla salute non doveva essere provato ma esposto e approfonditamente documentato come abbiamo fatto. Fondamentali sono stati sia la nostra perizia, che parla appunto dei rischi relativi alla salute, sia l’aggiornamento della legislazione italiana in tema di tutela ambientale. Questa sentenza non ferma la vasca – i lavori infatti proseguiranno per ora – ma avrà un peso sugli snodi futuri".

Il riferimento è, in particolare, al rinvio dell’apertura dell’impianto, slittata alla metà del 2023, mentre i primi scavi iniziarono nell’agosto del 2020, con l’abbattimento del bosco da quattro ettari: "Ci sarebbe tutto il tempo perché le sentenze del Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche possano bloccarne o almeno sospenderne l’entrata in funzione, tutelando i cittadini e tutto il territorio – concludono gli attivisti del Comitato –. C’è una speranza per tutti noi contro questo impianto ad alto impatto sulla città bressese e sulla salute dei suoi residenti".

Di certo, tra ricorsi e sentenze, i colpi di scena in questa vicenda non sono mancati.

Giuseppe Nava

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