Il cigno nero e il rinoceronte grigio

Ezio

Marra*

Siamo compressi nel “giardino dei sentieri che si biforcano”: molto dipenderà dai sentieri che sapremo e vorremo percorrere. Alcuni pensano che l’emergenza covid sia, dopo la caduta delle due torri a New York, specie di secondo “cigno nero” del XXI secolo. Altri, come Maurizio Carta, in un’inchiesta de “il giornale dell’architettura”, ritengono che l’emergenza Covid non sia stata stato un “cigno nero” (imprevisto), ma un “rinoceronte grigio” (pericolo ben noto che vogliamo ignorare). Chi pensa al rinoceronte grigio (come il sottoscritto) ritiene che niente sarà come prima e che occorra ripensare i modi di vivere la città. Il “Che fare?” riguarda i cambiamenti che siamo in grado di mettere in atto e che ricordiamo sinteticamente. Il primo cambiamento riguarda il modo di abitare e quello di lavorare. Ci vogliono abitazioni più grandi (per lo smart working) e più vicine al posto di lavoro, per ridurre sia gli spostamenti che il tempo di presenza negli uffici. Case e uffici devono ridurre la mobilità verticale densa (gli ascensori) con l’uso di scale mobili o con edifici con pochi piani o diffusi. Un secondo cambiamento riguarda gli spazi culturali e l’uso del tempo libero che, per quanto possibile, devono essere deconcentrati ragionando su area vasta (la città metropolitana ?) e su spazi aperti. I cambiamenti ricordati possono essere facilitati da una città meno centripeta (come è in gran parte Milano) e più policentrica. Recentemente Anna Hidalgo, la sindaca ecologista di Parigi, ha ripreso l’idea, di Carlos Moreno, de La Ville du quart d’heure, secondo cui ogni cittadino dovrebbe poter raggiungere in 15 minuti, a piedi o in bici, i servizi necessari per mangiare, divertirsi e lavorare. Milano, con altre grandi città, ha aderito alla proposta con il documento Milano 2020. Stefano Boeri ha ricordato che Milano è una città con un insieme di forti identità locali riconducibili ad almeno 70 borghi e di cui rimane un forte memoria storica. Tutto questo potrebbe ridurre l’eccesso di mobilità che è strettamente legato ai modi di vivere e organizzare l’abitare, il lavoro e il tempo libero. Se sarà pura retorica o un’iniziativa reale lo sapremo col tempo. Muoviamoci intanto con cautela: Adelante, Pedro, con juicio, si puedes. *Docente SociologiaUrbana alla Bicocca

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro