"Il buio della storia. Come nel primo secolo"

L’arcivescovo Delpini nel Venerdì santo: l’illusione di essere artefici di un’epoca di pace è finita da un pezzo. Ma c’è la promessa della luce

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Il buio della storia. La promessa della luce. Dopo la Via Crucis nel carcere di Opera con i detenuti, l’arcivescovo Mario Delpini ha ricordato così, in Duomo, la Passione del Signore ma anche la ferita aperta, nel cuore dell’Europa.

"In pieno giorno, il buio! In piena civiltà, la barbarie! In piena ripresa, la rovina! In piena Europa, la guerra! In piena intelligenza, l’assurdità! Si fece buio su tutta la terra. È una raccolta di notizie della cronaca odierna. Ma è anche un modo di testimoniare l’evento del I secolo cristiano. È anche un modo di parlare del secolo XX. È anche un modo di raccontare il secolo XVIII": si è aperta così l’omelia, senza dimenticare quanto sta succedendo in Ucraina. Perché "l’illusione di essere originali, illuminati, artefici di un’epoca di pace, di ragionevolezza, di solidarietà, di benessere è finita da un pezzo". Ma di fronte alle tenebre che invadono "la politica inconcludente, la politica rinunciataria di Pilato" e che abitano "nella truppa violenta dei soldati del governatore" invita a tenere accesa la luce.

"La tenebra abita nelle passioni della folla, nel contagio incontenibile di emozioni incontrollabili, di notizie manipolate che diventano convinzioni indiscutibili", come pure "nella degenerazione della religione, nella pratica religiosa sclerotizzata in un sistema di potere, in una ideologia", ricorda ancora Delpini, "ma la luce di Gesù trasforma la folla in popolo che si batte il petto, in un popolo di persone libere, abitate da una sapienza e da una modestia per cui possono essere operatori di pace".

"A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio – continua l’arcivescovo -: viviamo questo prolungarsi della storia, su una terra che geme e si spaventa di questo buio. Forse così si può intendere la nostra vita, un intervallo nel buio, invocando le tre del pomeriggio: che qualche cosa scuota infine il mondo e si manifesti il Santo dei Santi e ogni prigione di morte sia demolita dal grido che invoca “Dio mio, Dio mio!". "E in questo buio della storia – conclude Delpini –, già ascoltiamo la promessa, già crediamo alla voce amica e affidabile (di Gesù): continuerò a essere luce". Come da indicazioni della Conferenza episcopale italiana, anche durante la funzione in Duomo è stata aggiunta, alle consuete intenzioni della “Preghiera universale”, anche un’orazione pensata per il conflitto in corso: "Preghiamo per i popoli dilaniati dalle atrocità delle guerre. Le loro lacrime e il sangue delle vittime non siano sparsi invano, ma affrettino un’era di pace che scaturisce dalle piaghe gloriose di Cristo Gesù".

Oggi alle 21 in Duomo la veglia pasquale di Resurrezione con la celebrazione dei sacramenti di iniziazione cristiana: dieci catecumeni adulti riceveranno il battesimo nella Cattedrale di Milano; altri 55 riceveranno i sacramenti nelle proprie parrocchie. Nella domenica di Pasqua l’arcivescovo, dopo una prima celebrazione alle 8.30 nella casa di reclusione circondariale di Monza, celebrerà in Duomo alle 11 la messa pontificale. Alle 13 parteciperà al pranzo di Pasqua all’Opera Cardinal Ferrari.

Si.Ba.

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